PALERMO – “Vogliamo capire in tempi strettissimi qual è l’agenda di governo su una serie di questioni essenziali. Chiediamo chiarezza a Crocetta su cosa vuole fare e quando. Non diamo ultimatum, ma da questo dipende la nostra permanenza al governo. Di certo i siciliani non possono aspettare il congresso del Pd per avere risposte”. Gianpiero D’Alia non allenta la presa. Il ministro, leader dell’Udc siciliana, incalza il governatore. E chiede un chiarimento in tempi stretti, a partire dalla riforma delle Province, sui cui il governo rischia un clamoroso scivolone all’Ars, ribadendo che l’Udc è pronta a salutare la maggioranza.
Ministro D’Alia, partiamo dalle ultime dichiarazioni di Crocetta, che ha detto che sarebbe inopportuno se gli assessori regionali dell’Udc si candidassero alle Europee in uno schieramento di centrodestra. Che ne pensa?
“Su questo ha già risposto il segretario regionale Pistorio. I candidati dell’Udc li decide l’Udc, auguro a Crocetta che sia nelle condizioni di decidere quelli del Pd”.
Intanto, il vertice di maggioranza per trovare un chiarimento è saltato…
“Io non ho chiesto alcun vertice di maggioranza. Noi abbiamo posto questioni di merito di carattere politico, che secondo noi sono preliminari a qualsiasi altro ragionamento. E siccome, con il dovuto rispetto, i tempi e le urgenze della Sicilia non possono essere intrecciati né col congresso regionale del Pd, né con gli scontri tra le correnti del Pd, noi abbiamo chiesto a Crocetta chiarezza su quello che si deve fare. Considerando che l’Udc non è e non è mai stato un partito del centrosinistra e questo era noto anche prima delle elezioni, anzi forse è questo il motivo per cui Crocetta ha vinto le elezioni”.
Parlerà di questo anche con Davide Faraone?
“Lo vedrò domani mattina (oggi per chi legge, ndr). Il punto è questo: noi vogliamo sapere qual è la l’agenda del governo e del Pd su alcune questioni. Il primo punto è la riforma delle Province. Il testo così come approvato moltiplica le vecchie province sotto mentite spoglie da nove a dodici. Noi proponiamo una serie di modifiche che vanno nella direzione della semplificazione amministrativa e della riforma della burocrazia regionale, che è uno dei cancri della nostra regione, perché non riesce a dare risposte. I liberi consorzi devono essere davvero liberi: consorziandosi, i Comuni, se operano dei risparmi di spesa delegando alcune delle loro funzioni ai consorzi, hanno diritto ad avere competenza nelle materie che facevano capo alle province ma anche in alcune che oggi competono alla Regione. Così si fa una doppia operazione: si bonifica la burocrazia regionale si rendono più efficienti i servizi e si abbassano i costi”.
Perché la riforma per come uscita dalla commissione non vi convince?
“Perché quel ddl ripropone lo schema esistente, solo abrogando gli organi elettivi”.
Ma tra otto giorni si devono indire i comizi. A questo punto servirà un’altra proroga dei commissari?
“Questo lo valuterà l’Assemblea”.
Lei si rende conto che quello sarebbe un passaggio d’Aula molto a rischio. E che se mancassero i numeri si andrebbe dritti al voto per le vecchie province.
“È un tema che si deve porre il governo, non io. Ma proprio per questo dico che le risposte Crocetta deve darle il prima possibile, non per dare ultimatum”.
Quali sono le altre priorità su cui chiedete risposte al governatore?
“Il secondo tema è il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione regionale. È una priorità portare in Aula e votare la legge sui pagamenti dei debiti, che darebbe un’iniezione d’ossigeno per l’economia reale. Il terzo tema è una legge che istituisca una cabina di regia per la programmazione dei fondi strutturali dell’Unione europea 2014-2020, a cui va associata l’approvazione del ddl di semplificazione proposto dall’assessore Valenti per sburocratizzare la Regione siciliana e rendere più efficiente il sistema di utilizzo dei fondi comunitari. Il governo nazionale ha rimodulato somme per 6,2 miliardi di fondi strutturali, che in grande parte sono destinate al Mezzogiorno. Sono interventi che finanziano, tra l’altro, i beni culturali, i piccoli comuni, la ricollocazione di chi ha perso il lavoro. Su questo il governo deve presentare un piano prima che lo facciano altri e la Sicilia perda anche questi fondi”.
Insomma, state puntando l’attenzione su questioni molto concrete…
“Sì, alle quali aggiungerei anche il progetto del ministro Trigilia approvato oggi (ieri per chi legge, ndr) in Consiglio dei ministri: un progetto che stanzia 250 milioni di euro per le imprese che si avvalgono di ricercatori con profili tecnico-scientifici per investire in ricerca. Anche questo è un altro scenario interessante per la Sicilia. Su queste cose Crocetta deve dirci che cosa vuole fare e in che tempi. Il resto è fuffa, non possiamo stare qua a fare chiacchiere”.
E da questo dipende anche la vostra permanenza al governo?
“Non c’è dubbio. Sia chiaro: del rimpasto a noi non frega niente. Se il presidente della Regione ritiene che questa squadra assessoriale non si adeguata, chiederà a partiti altri nomi e ne discuteremo. Ma non è questo un tema che solleviamo noi”.
E i rapporti col Partito democratico? Diversi esponenti del Pd si sono espressi criticamente dopo la vostra “svolta” verso il centrodestra. Peraltro su questo punto sono emerse sensibilità diverse all’interno del Pd…
“Noi chiediamo chiarezza al presidente della Regione. Non può aspettare il congresso del Pd”.
Lei intanto incontra Faraone…
“Con Faraone c’è un ottimo rapporto, cordiale, è un dialogo che abbiamo da tempo. È evidente che vogliamo capire l’opinione del Pd. Capisco le fibrillazioni interne dovute alla lotta tra correnti ma tutto questo non lo si può scaricare sui siciliani”.
Ma se restaste insoddisfatti dalle risposte di Crocetta?
“Convocheremo i gruppi parlamentari e faremo le nostre valutazioni. Alcuni esponenti più o meno noti del Pd e dell’area di governo che sostiene Crocetta ritengono che questo non è un problema. Qualcuno pensa di demolire l’Udc con la compravendita dei deputati che è lo sport preferito in Sicilia. Io da tutto questo non mi faccio intimidire. Anzi, è una ragione che mi carica ancora di più, contro chi anche nell’area di maggioranza lotta non per il cambiamento ma per mantenere vecchi e parassitari assetti di potere”.
Quando vedrà il presidente Crocetta?
“Crocetta mi ha telefonato oggi (ieri, ndr). Sia chiaro, qui non ci sono ultimatum. Ma noi non siamo un partito del centrosinistra. Abbiamo fatto una scelta per il cambiamento della Sicilia, alleandoci con forze con cui in passato non c’eravamo mai presentati. L’importanza di questo evento storico non è stata colta”.
Quindi lei ritiene conclusa, per il futuro, l’esperienza dell’alleanza col Pd?
“L’Udc sta nel Partito popolare europeo, da sempre e con altri deve costruirlo in Italia. Mentre Renzi ha detto di voler costruire in Italia il corrispettivo del Partito socialista europeo. Noi alle prossime elezioni amministrative ci alleeremo con chi come noi guarda al Ppe”.
Però alle ultime amministrative in Sicilia col Pd vi siete alleati…
“Non con grande successo. Quindi ripetere gli stessi errori sarebbe sbagliato”.
Però a Marsala avete vinto…
“Sì, dove c’era un candidato dell’Udc…”.