La soffiata intercettata |"Digos ai funerali du zu Puddu" - Live Sicilia

La soffiata intercettata |”Digos ai funerali du zu Puddu”

Il pm Antonino Fanara dissotterra le intercettazioni ritenute irrilevanti dal Tribunale di primo grado. I componenti del Circolo S.Agata sarebbero stati avvertiti della presenza della Digos, “che fotografava”, ai funerali del mafioso Giuseppe Mangion.

PROCESSO S. AGATA
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CATANIA – Si avvicina l’inizio dell’Appello del processo sulle infiltrazioni mafiose nella festa di S.Agata. La Procura ritiene di avere in mano tutti gli elementi che servono ad ottenere la condanna per concorso in associazione mafiosa di Pietro Diolosà, assolto in primo grado, e il proscioglimento di Antonino e Francesco Santapaola, figlio di “Nitto”, Alfio, Vincenzo e Giuseppe Mangion detto “Enzo”, “non ai sensi -si legge nella richiesta d’Appello- dell’art. 530 del codice penale perché il fatto non sussiste”, ma perché non era possibile giudicare due volte, per lo stesso reato, cioè associazione mafiosa, le stesse persone.

“IL CAPO VARA SAPEVA”. Secondo le ipotesi della Procura il Capo Vara Alfio Rao sarebbe stato “perfettamente a conoscenza che il Circolo S.Agata era controllato dall’associazione mafiosa Santapaola-Ercolano”. Al contrario, il Tribunale di prima istanza ritiene che “non sembra siano emersi elementi di rilievo”.

La Procura sostiene che Rao “temeva che l’autorità giudiziaria potesse scoprire che nel circolo vi erano alcuni mafiosi”. Intercettato dalle cimici del Gico della Guardia di Finanza, Rao comunica al suo interlocutore, Ugo Tomaselli, che i problemi delle indagini della magistratura sono legati alla “gestione precedente”. “Ogni vota ‘a magistratura -dice Tomaselli- fa…un momento…chisti su’ mafiusi e su scritti ‘u circulo ‘i Sant’Aita”. Rao riconosce “l’errore ca ficimu tannu, ca vuleumu fare u cunsigghiu…”, riferendosi alla presenza, all’interno del consiglio direttivo, di esponenti legati alla famiglia Santapaola.

LA SOFFIATA. “Oggi molte cose sono cambiate”, insiste Rao, che aggiunge: “Oggi purtroppo ti sta truvanno tipu…ppi fariti capire…che mossi ‘u Zzu Puddu”. Allarmato, l’interlocutore di Rao comunica di aver ricevuto una soffiata, trattandosi dell’organizzazione di un funerale delicato: “Iu cca haiu ‘nformazione perché sugnu in un ambiente di…giustamente unni l’haiu st’informazione, <Ugo…nun gghiri ddu funerale du zu’ Puddu picchì c’è a Digos>”.

I VERBALI DI D’AQUINO. Secondo il giudice di prima istanza, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaetano D’Aquino sarebbero non rilevanti ai fini della decisione. La Procura sottolinea che per D’Aquino “era noto a tutti che del Circolo S.Agata facessero parte alcuni familiari di Nitto Santapaola e dei Mangion”. Ma soprattutto “del circolo S.Agata faceva parte anche Francesco Signorino, parente di Maurizio Signorino, noto appartenente al clan Santapaola ucciso a colpi di arma da fuoco”. Con questa dichiarazione, D’Aquino conferma quanto detto da Santo La Causa sotto interrogatorio. La Causa ha riferito di aver potuto trasportare sulle spalle la varetta perché gli fu consentito proprio da Francesco Signorino.

E ancora, per D’Aquino “l’elezione delle cariche direttive del Circolo non era regolare ed era condizionata dall’appartenenza a tale Circolo dei Santapaola”.

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