CATANIA – Porta la data dell’otto agosto il decreto, firmato dal ministro Carlo Calenda, che stabilisce il numero delle Camere di Commercio italiane che diventano 60, in ossequio alla Legge Madia, a fronte delle vecchie 95. In Sicilia saranno quattro, così come era stato deciso con gli accorpamenti volontari iniziati già nel 2015. Un nulla di nuovo, quindi, che di nuovo ha tanto: l’istituzionalità dell’accorpamento di Catania, Siracusa, Ragusa e pure l’ufficialità. Insomma a fronte di una cera lacca praticamente già apposta, la nuova Camera di Commercio del Sud Est sarà tra le prime cinque in Italia in ordine di grandezza. Mica bruscolini. E del.resto non è proprio una briciola quel controllo sulla Sac SpA, la società di gestione dell’aeroporto di Fontanarossa, che vale – virgola più, virgola meno – circa il 62 per cento del totale.
Ecco cosa cambia.
Le altre Camere siciliane sono: Palermo con Enna e, da sola, quella di Messina, già operative Caltanissetta, Agrigento e Trapani. Questo è l’accorpamento più indietro di tutti, quello in cui si è ricominciato tutto dall’inizio almeno una volta e al quale manca addirittura il decreto del governatore. Il perché sembra sconosciuto anche agli addetti al settore. Ma torniamo al decreto firmato ieri. Il prossimo passaggio è la verifica della Corte dei Conti e la pubblicazione in Gazzetta per la completa operatività. Si può dire quindi che l’assessore regionale Mariella Lo Bello può firmare la convocazione del nuovo Consiglio che potrà – dovrà? – insediarsi entro 30 giorni fatto salvo un preavviso di quindici giorni che in tanti sono pronti a mettere in dubbio. Per dirla in parole povere, questo consiglio viene convocato, e “sconvocato”, continuamente da gennaio 2017. E qualcuno non solo si chiede se i 15 giorni sono necessari, ma osa persino credere che la prossima convocazione, quasi fosse un regalo, potrebbe essere fatta per il 16 agosto. Con tanto di falò sulla spiaggia ovviamente! Ovviamente questa è una battuta, sappiamo benissimo che i falò sulla spiaggia sono vietati.
Sappiamo anche che questa ufficialità non piace al territorio di Siracusa e alla cordata che fa capo a Confindustria, anche se la stessa Confindustria si è, da tempo, tirata fuori dalle beghe legali e politiche. Ma è bene precisare che rimane la testa della cordata, in questo caso, di opposizione e che deve ancora comunicare, tramite la territoriale di Catania, il secondo nome da affiancare a quello di Ivan Lo Bello e in sostituzione di Domenico Bonaccorsi di Reburdone. Eh già perché, e strano a dirsi, Lo Bello è stato nominato da Catania, non da Siracusa. Se vi state chiedendo se questa vicenda, con la firma in calce del ministro, è finita qui, diciamo subito che la risposta è no. Però, la Camera del Sud Est esiste e non può essere sciolta. Qualcuno paventa e osa un riavvio da zero della procedura in nome di dati ormai vetusti, ma non sembra cosa possibile e non potrebbe limitarsi solo al Sud Est. In buona sostanza anche i dati delle altre Camere si riferiscono agli stessi anni. Ricominciamo tutto, ancora, dall’inizio?
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