PALERMO – Restano gravi le condizioni di Giovanni Titone, l’uomo di 39 anni rimasto ferito nell’incidente sulla Palermo-Sciacca all’altezza di Giacalone. Il suo nome potrebbe adesso finire sul registro degli indagati della Procura, alla quale i carabinieri hanno trasmesso il rapporto con i risultati degli esami tossicologi eseguiti in ospedale. Come spiegano dalla compagnia di Monreale, che ieri ha effettuato i rilievi sul luogo della tragedia, e come riporta l’agenzia Ansa, i test che rilevano tracce di cannabinoidi e alcol sono positivi. Titolare dell’inchiesta è il pm Claudio De Lazzaro.
Ciò potrebbe compromettere la posizione di Titone, che si trovava alla guida della Ford Focus su cui viaggiavano la moglie, i due figli e la madre: originari di Castelvetrano, abitavano a Menfi. L’auto si è scontrata frontalmente con una Fiat Punto su cui si trovavano due anziani di Roccamena, uno schianto fatale, che ha ucciso sul colpo il figlio minore della coppia, Alberto di due anni, la mamma, Maria Luisa Mergola, la nonna del piccolo, Rosa Pilo e i due anziani, Maria Ciaccio e Rosario Lo Re, di 61 e 76 anni.
La ricostruzione dell’ennesimo drammatico incidente sulla statale 624, prende nel frattempo forma. In base alla posizione delle auto, ridotte ad un groviglio di lamiere in seguito all’impatto, è chiaro che la famiglia di Castelvetrano si stesse recando a Palermo e che gli anziani stessero invece tornando a casa dopo una visita medica in ospedale. Una dinamica terribile quella delineata dai carabinieri, che si basa sull’invasione della carreggiata opposta da parte della Ford Focus. Titone avrebbe quindi perso il controllo del mezzo nei pressi di una curva, finendo dall’altra parte della strada. Lo scontro saarebbe così stato inevitabile.
L’ impatto sarebbe diventato ancora più violento a causa dell’asfalto viscido: poco prima un temporale si era abbattuto a Palermo e provincia. Ma la famiglia di Titone si era ugualmente messa in viaggio, insieme alla moglie Maria Luisa e alla madre, Titone avrebbe scelto i mobili per la nuova cameretta del bimbo più piccolo. La stanza era pronta, il 39enne aveva da poco terminato di tinteggiarla di azzurro. Mancavano solo il letto, l’armadio ed una scrivania. Ma la vita di Alberto si è spezzata, non dandogli la possibilità di godere di quello spazio che avrebbe condiviso col fratello maggiore.
Quest’ultimo, di quattro anni, ha riportato diversi traumi in tutto il corpo, ma per fortuna i medici non hanno diagnosticato ferite interne. Per questo le sue condizioni, presso l’ospedale dei Bambini, vengono considerate incoraggianti. Se suo padre si risvegliasse dal coma, potrebbe un giorno riabbracciarlo. Ma la realtà da affrontare sarà dura: la loro famiglia è stata distrutta e nessuno potrà restituire loro la giovane mamma e il piccolo Alberto. Infine,