CATANIA – “A undici mesi dal Patto per Catania, dopo la seconda visita di un presidente del Consiglio in meno di un anno nel capoluogo etneo, promesse d’impegno e protocolli d’intesa diventino cantieri di lavoro. Occasioni di sviluppo”. Lo affermano i segretari generali di Uil Sicilia e Uil Catania, Claudio Barone e Fortunato Parisi, che aggiungono: “Assumiamo a caso-simbolo del “Pantano Sicilia” la denuncia del sindaco Enzo Bianco sul visto negato che blocca la realizzazione della diga foranea al Porto di Catania. E’ uno dei tanti esempi di malaburocrazia che condannano la nostra Isola al disagio, alla disperazione, e che la Uil ripetutamente segnala ormai da anni. La buona politica si preoccupi di rimuovere questi ostacoli. Concretamente!”.
“Concordiamo con il presidente Paolo Gentiloni – aggiungono Barone e Parisi – quando afferma che utilizzare i fondi per il Mezzogiorno è uno dei problemi cruciali del Paese. Ci attendiamo adesso iniziative consequenziali. Stessa cosa chiediamo alla Regione, perché la Zona industriale a Catania come le altre in Sicilia siano liberate dalla condizione di degrado, di abbandono, in cui versano dopo decenni di inerzia delle Asi che sono stati aggravati ora da una riforma urlata e dalla latitanza dell’Irsap. Così s’innesca una spirale involutiva, allontanando possibili investitori e scoraggiando quelli che ci sono già. Di questo, e di altro, si preoccupi Rosario Crocetta. E ascolti i bisogni della gente, scopra la dilagante sofferenza di questa terra. Se lo avesse fatto, non avrebbe affermato in occasione della visita del premier che la Sicilia è una regione in crescita in tutti i settori dell’economia”.