PALERMO – Il bastone e la carota. Il governo ha scelto una vecchia strategia per provare a rendere più efficiente la macchina regionale. Bastone, e carota. Ossia “punizioni” e incentivi. Per accelerare i tempi delle pratiche burocratiche. Vittime e beneficiari dei provvedimenti dell’esecutivo saranno i dirigenti e i funzionari della Regione. È quanto prevede un disegno di legge al quale sta ancora lavorando l’assessore alla Funzione pubblica e alle autonomie locali Patrizia Valenti.
“Dobbiamo necessariamente – ha detto l’assessore – snellire le pratiche, imporre un’accelerazione. Per questo, abbiamo pensato a un sistema di penalizzazioni e premi”. E le penalizzazioni, nel caso dei dirigenti riguarderanno le cosiddette “indennità di risultato”. Si tratta, per intenderci, di una voce dello stipendio del dirigente della Regone siciliana, prevista dal contratto collettivo. Una retribuzione pari a una quota non superiore al 30% della retribuzione di posizione. In “soldoni” (è proprio il caso di dirlo), si tratta di una voce dello stipendio che porta, nelle tasche del dirigente, una cifra che in genere oscilla tra i mille e settemila euro l’anno (tra i nove e i tredicimila euro per i capi di gabinetto e i dirigenti generali).
Sarà quello il bacino dal quale la Regione drenerà risorse nel caso in cui il dirigente non dovesse rispettare i tempi massimi dei singoli procedimenti amministrativi. Ma non solo i dirigenti. La “punizione” verrà estesa a tutti i funzionari e i dipendenti coinvolti in quello specifico procedimento. In quel caso la multa sarà proporzionale ai giorni di ritardo, fino a una somma massima di duemila euro. Fin qui, il “bastone”.
“Ma noi intendiamo far confluire – spiega Patrizia Valenti – le somme eventualmente derivanti da queste penalizzazioni in un Fondo destinato agli incentivi per i dipendenti più efficienti”. E anche in questo caso, la “bozza” dell’assessore prevede già un principio-cardine: “L’idea al momento – spiega – è quella di premiare quei dipendenti che ha portato a termine almeno la metà dei procedimenti, nella metà del tempo previsto dalla legge”. Ovviamente, però, a quel punto serviranno dei “cronometristi”. “Per controllare il rispetto dei tempi – aggiunge Patrizia Valenti – abbiamo previsto la trasformazione dei cosiddetti ‘nuclei ispettivi’ creati con la legge Chinnici, in nuclei di monitoraggio e controllo. Saranno, insomma, le nostre sentinelle, che avranno anche il compito di aggiornare le procedure e i tempi previsti, alla luce, ad esempio, del miglioramento degli strumenti informatici a disposizione”.
Ed è proprio l’efficienza “di base” dell’apparato burocratico a preoccupare maggiormente i sindacati: “Siamo convinti della necessità – dichiara Paolo Montera, della Cisl Funzione pubblica – di aggredire gli sprechi e contestulamente di utilizzare le risorse per rendere maggiormente produttiva la macchina, in modo da trasformare un circolo vizioso in un circolo virtuoso. Ma prima di punire i dipendenti, – aggiunge il sindacalista – forse sarebbe meglio mettere a punto il sistema regionale e andare realmente nella direzione di una maggiore efficienza. Evitiamo quindi di incorrere nei rischi introdotti con la legge Chinnici, che fissava tempi impossibili da rispettare. Di una legge spot ne faremmo volentieri a meno, semmai bisogna serrare le fila e proseguire nel dialogo con le parti sociali”. “Pur condividendo lo spirito del disegno di legge – la dichiarazione invece dei segretari generali dei Cobas Codir Dario Matranga e Marcello Minio – vigileremo affinché non ricadano sulla testa dei dipendenti le conseguenze di un sistema farragginoso”.