La vertenza Almaviva |La posizione della Fistel Cisl - Live Sicilia

La vertenza Almaviva |La posizione della Fistel Cisl

Fistel-Cisl rimarca che si sta lavorando senza tregua per superare l'attuale crisi che attanaglia il mondo dei Call Center.

ROMA – Nulla scongiura e niente rettifica, è ancora in alto mare la trattativa annosa che vede coinvolti nello scenario critico delle gare a ribasso e del drammatico meccanismo di delocalizzazione, Almaviva ed i Sindacati. Mesi duri e di sconforto per i mal capitati lavoratori dipendenti di uno dei maggiori Call Center nazionali, i quali troppe volte hanno dovuto leggere e somatizzare la parola “esuberi”, lavoratori che nonostante il sentimento d’angoscia, si battono ancora oggi a tutela della propria vita lavorativa e che piangono lacrime amare nell’incresciosa cornice di una battaglia che toglie loro la semplice possibilità di avere diritto ad un occupazione.

Si è aperto il sipario lo scorso 20 Aprile con il primo fallimento del tavolo convocato presso il Ministero, che vede l’incontro fra i vertici di Almaviva, i Sindacati ed il Governo, incontro partorito a seguito dell’apertura di licenziamento per 3000 dipendenti, collocati nelle sedi di Palermo Roma e Napoli.

A comporre la rosa di interventi e proposte di salvataggio, sono da una parte i sindacati di categoria, che puntano nel realizzare una solida e concreta soluzione di miglioramento del l’impostazione degli ammortizzatori sociali, avanzando l’esigenza di una durata di 36 mesi, accompagnando alla proposta stessa la parola d’ordine “art. 24 Bis”, ribadendo che la latitanza dal rispetto di tale norma è artefice stessa della attuale crisi,a braccetto con le offerte più a ribasso. Dall’altra parte, Governo e Azienda, il primo si dice disponibile nel redimere la revoca dei licenziamenti, mentre nel gioco di ruolo l’Azienda si presenta sin da subito, esprimendo la necessità di dover garantire l’equilibrio economico che è oltraggiato dalla costante perdita mensile di ben 1,5 milioni di euro.

Alla fumata nera di questo esordio, si aggiunge la proposta di solidarietà avanzata durante l’incontro del 26 Aprile, che vede Almaviva chiamare in causa i lavoratori stessi con un referendum volto all’approvazione e non,di diversi punti cardine, tra percentuali di cds,pianificazione della stessa, impiego alternativo degli esuberi su attività volontarie fuori dall orario lavorativo, mobilità sulle sedi meno impattate da percentuali di solidarietà,con garanzie però sul reddito rispetto al decreto Renzi.

All’apice dello sconforto e a difesa dei propri diritti, la risposta dei lavoratori delle sedi tutte, è inequivocabilmente “NO”, riaprendo così la diatriba tra le parti. È dunque ancora tempo d’incontri, ed è tempo di manifestare, perché le coscienze ne percepiscano il senso e perché non si operi solo per tamponare, ma per risorgere.

Un altro giro un altra corsa dunque, in data 24 Maggio, con annessa proclamazione dello sciopero nazionale, ennesimo incontro al Mise, ennesimo fallimento di consultazioni e proposte, tutte da rimandare a data successiva. Colpo di scena però, nel pomeriggio del 26 Maggio, con la convocazione d’urgenza avanzata dal Governo, incontro che si conclude con la chiusura di un tavolo non definitiva, che vede ancora una volta il Governo disponibile nel confronto sugli ammortizzatori sociali, e che chiede fermamente all’Azienda la revoca dei licenziamenti.

A fare da cornice, la posizione dei sindacati, Fistel-Cisl rimarca che si sta lavorando senza tregua per superare l’attuale crisi che attanaglia il mondo dei Call Center, e puntualizza che la sfiducia dei lavoratori è risultato di problemi annosi mai gestiti in modo strutturale.

La sfiducia che però ha portato i lavoratori a rigettare le proposte dell’Azienda, vede la stessa, nel dirsi ferma nel ribadire la propria intenzione di procedere con i licenziamenti comunicati. Intanto il confronto si chiude inevitabilmente con un rinvio in data 30 Maggio.

Non rinviato invece lo sciopero nazionale indetto per il 27 Maggio, i lavoratori hanno manifestato ed in corteo raggiunto palazzo Chigi, il Vice Ministro si dice disponibile e ribadisce la posizione del Governo nel procedere facendo il possibile al fine di trovare una adeguata soluzione.

La Fistel-Cisl non perde dunque occasione per avanzare diritto sul rispetto dei minimi contrattuali. Il tempo è dunque ormai quasi scaduto,tra il puzzle di incontri sterili e negozzazioni mai concluse,i lavoratori rimangono ancora in attesa, frastornati nello scenario di un pericoloso tira e molla tra le parti, nel monito continuo di manifestazioni a cui prendono parte stanchi e al cui orizzonte di ognuno di esse, ancora oggi non si intravede luce, ma solo il vicino calarsi del sipario.

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