“Come primo giorno è andato bene, il traffico dimezzato. Nei prossimi giorni ci saranno i dati elaborati dall’ufficio mobilità a offrire un quadro sull’andamento della Ztl a Palermo”.
Uno legge il lancio dell’Ansa e pensa: caro Giusto Catania, tu in che città vivi? Forse nella sacra Ztl – l’ultima trama dei disagi concepita dall’inarrivabile fantasia del Comune – ci sarà stata qualche macchina in meno. Ma intorno abbiamo annotato l’inferno, perché c’eravamo. Incolonnamenti. Smog a più non posso. Clacson furibondi. In una parola: il caos.
Purtroppo, la confusione in cui Palermo è sprofondata – per ignavia di chi dovrebbe organizzare al meglio la vita dei cittadini – non si sana con la demagogia, né col vagheggiamento, né con soluzioni inefficaci quanto testarde.
Palermo, oggi, è una città perduta, soffocata da cantieri di cui non si vede il fine, stremata dalla mancanza di mezzi pubblici, illusa da un tram inutile, presa in giro da una propaganda che non conosce limiti, ma solo interessi di bottega. Si vuole perseguire un’idea di mobilità alternativa? Benissimo, si costruisca, allora, con la necessaria accortezza, senza costringere gli innocenti residenti a una ormai impossibile sopravvivenza.
E si abbia il pudore di non usare la retorica per coprire buchi evidentissimi dovuti al fatto che la sostanza del ‘cosa’, per questa giunta, non si accompagna mai alla cornice del ‘come’. Il danno è già compiuto, evitateci la beffa.
