PALERMO – Regge l’accusa di sequestro di persona e violenza sessuale per un solo imputato. Kingsley Chima Isoguzo è stato condannato a 11 anni di carcere. Tutti gli altri sono stati assolti e scarcerati.
Davanti alla Corte di assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, sono cadute le ipotesi di associazione a delinquere aggravate dal metodo mafioso ed estorsione.
Scarcerati dopo la lettura del verdetto Muhammed Abubakar, Ken Osayande, Festus Pedro Erhonmosele, Osahenagharu Uwagboe.
Per i giudici dunque tutti gli imputati, compreso l’unico condannato, non fanno parte di una frangia della potente “Ascia nera”, un’organizzazione con una struttura simile a Cosa Nostra. Un’ipotesi che invece aveva già retto nel troncone del processo celebrato in abbreviato dove sono state inflitte 14 condanne.
“Il pentito sta mentendo”, aveva sostenuto Uwagboe Osahenagharu, considerato il capo in Italia dell’associazione criminale Black Axe. I suoi legali, gli avvocati Giovanni Rizzuti e Anastasia Righetti, hanno picconato la parte del racconto reso in questo processo da Austine Johnbull. Avevano addirittura sostenuto che Johnbull avesse con Nbm, il New Black Movement, un’associazione umanitaria e dunque del tutto lecita. Il simbolo con l’ascia che spezza le catene è un richiamo alla libertà che spetta a tutti gli individui.
Scarcerati anche gli altri imputati, difesi dagli avvocati Giuseppe La Barbera, Cinzia Pecoraro, Roco Chinnici. Per tutti erano state chieste pene pesantissime fino a 30 anni di carcere.