'L'alibi' del presunto corruttore | "Lo fa la Saguto.... e io allora?" - Live Sicilia

‘L’alibi’ del presunto corruttore | “Lo fa la Saguto…. e io allora?”

Silvana Saguto

Vincenzo Sucato, arrestato perché avrebbe corrotto un dirigente regionale, citava il giudice.

PALERMO – “Lo faceva la Saguto che era capo del Tribunale e non lo devo fare io?”, diceva Vincenzo Sucato con tono accorato. Il mondo alla rovescia. Il giudice Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di prevenzione di Palermo, diventa il simbolo, indipendentemente dall’esito dell’inchiesta penale, di quel “così fan tutti” a cui appellarsi per trovare la giustificazione per un comportamento sbagliato.

Sucato da stamani si trova agli arresti domiciliari. Avrebbe corrotto con una mazzetta da sette mila euro un dirigente regionale affinché l’assessorato all’Energia sbloccasse un impianto fotovoltaico di un’impresa di cui Sucato è consulente. Per anni l’ingegnere Sucato ha fatto politica. È stato pure assessore al Bilancio al Comune di Palermo a metà degli anni Ottanta. Poi, si è fatto strada nel mondo delle energie rinnovabili. Prima come consulente di alcuni Comuni e poi di grosse società, alle quali avrebbe offerto i suoi servigi fatti di relazioni e, secondo l’accusa, di tangenti.

Tra le consulenze prestate da Sucato negli anni Ottanta c’è quella per il piano regolatore di Misilmeri. L’ingegnere ha presentato una parcella che, dal passaggio dalla lira all’euro, ha quantificato in settecento mila euro. Solo che la giunta attualmente in carica nel piccolo Comune di provincia di Palermo ha deciso di non pagare. Ritiene di avere scoperto delle irregolarità. Ne è venuto fuori un contenzioso che mandava Sucato su tutte le furie.

“Parliamoci molto chiaro, mi devo giocare tutto. Con una furbizia che merita la cosa… ma quale onestà, qua io mi devo difendere”. Sucato si diceva pronto a tutto pur di recuperare i soldi, anche “a corrompere tutti per prendere 700 mila euro… non rompete… che mi viene a dire caso di coscienza, non si fa… ”. Insomma, voleva i soldi della maxi parcella. “Lo fa la Saguto e non lo devo fare io?”, si chiedeva l’ingegnere, facendo riferimento allo scandalo sulla gestione dei beni confiscati alla mafia. Uno scandalo in cui al giudice viene contestato anche il reato di corruzione.

 


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