Prosegue il ciclo di interviste ai capilista dei partiti che aspirano a entrare nel Parlamento europeo. Oggi è il turno dei Verdi. In fondo all’articolo, le interviste precedenti.
Nadia Spallitta, capolista di Europa Verde nelle Isole: qual è la difficoltà di una piccola lista in una campagna polarizzata come quella delle Europee?
“La prima è legata chiaramente alla visibilità perché è chiaro che i grandi partiti oltre ad avere risorse economiche consistenti, hanno strumenti che mancano a una nuova forza politica come la nostra. Dico nuova perché malgrado la sua lunga storia di tutela dell’ambiente, ha un rinnovamento e una linfa giovane all’interno della struttura storica. Stiamo facendo rete nelle città siciliane e sarde. Il mio viaggio in Sardegna è stato una bellissima scoperta”.
Oggi con gli exploit di Greta Thunberg si stanno risvegliando tutti ambientalisti. Com’è possibile che manchi una forza verde importante nel nostro panorama nazionale?
“L’Italia deve scontare un deficit culturale importante. Perché nel resto dell’Europa tutelare l’ambiente vuol dire economica, con la possibilità di investimenti e occasioni di lavoro significative. In Europa tutelano la salute e la qualità della vita del cittadino, creano occasioni di lavoro, noi continuiamo a non avere una capacità occupazionale e a essere terra di migranti perché i nostri ragazzi vanno altrove. Non sfruttiamo le risorse della natura che potrebbero essere fonte di lavoro oltre che di salubrità”.
Perché non lo facciamo, secondo lei?
“Nessuno ha saputo utilizzare gli stanziamenti europei, né si è voluta introdurre una visone economica di tipo ecologista con al centro la green economy e lo sviluppo sostenibile. Nessuno dei governi lo ha fatto. Io mi auguro che ci sia un risveglio delle coscienze portato dalle giovani generazioni. Spero che i giovani si guardino attorno e si accorgano che i partiti tradizionali hanno fallito nei loro confronti. E si rivolgano a un movimento che guarda all’ambiente, alla tutela degli animali, ai prodotti locali”.
Provi a spiegare ai suoi potenziali elettori perché l’ambiente è centrale.
“Oggi la tutela dell’ambiente diventa un’emergenza. Io ho avviato una petizione chiedendo la dichiarazione di emergenza climatica in Italia. L’equilibrio del nostro sistema è giù in atto alterato, c’è un milione di specie animali e vegetali a rischio. Ieri era la giornata mondiale delle api, insetti essenziali per la vita che permettono la riproduzione delle piante che sono a loro volta nutrimento di altre specie animali. Se si dovesse interrompere questa catena i danni sarebbero gravissimi. Oggi è davvero primario avere il quadro della situazione globale, eliminare la plastica, cambiare la filosofia della nostra vita sia a livello individuale sia di politiche nazionali”.
In Sicilia quali sono le priorità per una politica che metta l’ambiente in primo piano?
“In Sicilia siamo ancora fermi alle discariche, i rifiuti che non vengono riciclati e continuano a essere considerati scarti. Non abbiamo la differenziata…”.
In molti centri la si fa eccome…
“Sì, nel nostro giro ne abbiamo incontrati di paesi virtuosi. Il problema è soprattutto nelle grandi città. E poi ricordo che il ciclo dei rifiuti è sensibile rispetto a interessi della criminalità organizzata. Aggiungo che parlare di ambiente significa anche garantire diritti fondamentali, significa avere un’idea di giustizia sociale”.
Altro da fare per la Sicilia?
“L’agricoltura. Noi abbiamo un problema di tutela dei nostri prodotti agricoli. I cambiamenti climatici non agevolano la programmazione agricola. Poi c’è un problema di tutela dei nostri prodotti agricoli attraverso apposito etichettature. Noi chiediamo un investimento nell’agricoltura biologica e nel chilometro zero. Siamo contro i pesticidi, gli agenti inquinanti, porteremo in Europa le istanze dei territori siciliani e sardi”.
C’è lo sbarramento del 4 per cento alle Europee. Voi che obiettivo vi date?
“Noi auspichiamo che finalmente in Sicilia e Sardegna ci sia una presa di coscienza di quali siano i problemi reali di cui dobbiamo occuparci e il problema per noi è salvaguardare l’economia e la salute attraverso la protezione dell’Ambiente. Sa quanto risparmieremmo in cure sanitarie se migliorasse la qualità dell’ambiente? Basta pensare ai tumori. Noi chiediamo l’utilizzo di fondi europei dati direttamente alle amministrazioni locali bypassando Stato e Regione, garantito altresì da una parte di investimenti per rendicontazione e progettazione. Noi crediamo che lo sviluppo naturale dell’Europa debba essere gli Stati Uniti d’Europa. E questo presuppone la massima partecipazione possibile, attribuendo al Parlamento il potere di iniziativa legislativa e integrando con una Assemblea europea il rapporto tra i deputati nazionali e quelli europei. Ecco perché per me l’unico voto utile è quello dato alla Lista Europa Verde a tutela delle nuove generazioni”.
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