Lampedusa e la strage del 2013 | Salvati seimila migranti - Live Sicilia

Lampedusa e la strage del 2013 | Salvati seimila migranti

Il 3 ottobre 2013 i morti furono 368. Nella foto il corpi sul molo dell'isola

La tragedia dell'immigrazione
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LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Nel giorno in cui circa 6.000 migranti sono stati soccorsi nel Canale di Sicilia – decine gli interventi in uno sforzo che ha coinvolto Guardia Costiera, Marina e Ong – diversi sono tornati sull’isola che li ha salvati per ricordare i familiari e i compagni di viaggio che non ce l’hanno fatta e sono annegati quel tragico 3 ottobre di tre anni fa, quando erano ormai a poche miglia da Lampedusa. Una strage con 368 morti divenuta un simbolo non solo per il numero delle vittime, ma anche perché segnò uno spartiacque nella politica europea sui migranti. Non a caso è stato deciso di istituire nell’anniversario di quella sciagura la Giornata dei migranti. Una Giornata in memoria di tante tragedie, troppe.

Perchè “quasi ogni giorno e’ il 3 ottobre 2013”, ha ricordato il presidente del Senato, Pietro Grasso. “Quasi ogni giorno una piccola e improvvisata imbarcazione o una grande carretta del mare si inabissa nel Mediterraneo”, e tutti noi “siamo moralmente chiamati in causa” perché “per ogni singola vita perduta muore la nostra umanità”. Sono stati proprio i superstiti di quella tragedia di ottobre ad aprire la marcia che ha attraversato le strade di Lampedusa per concludersi davanti alla Porta d’Europa, il monumento costruito per commemorare i migranti morti in mare. Alla testa del corteo un grande cartello con la scritta “Proteggere le persone, non i confini” e il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, con la fascia tricolore, che in questi anni è stata sempre in prima fila nella difesa dei diritti di profughi e rifugiati.

Alla manifestazione hanno partecipato anche 200 studenti giunti da tutta Europa per partecipare a workshop tematici nell’ambito del progetto “L’Europa inizia a Lampedusa”, un’iniziativa promossa dal Ministero dell’Istruzione presente sull’isola con il sottosegretario Davide Faraone. “Oggi a Lampedusa, con il sindaco Nicolini e il Ministro Alfano, abbiamo celebrato la giornata in memoria delle vittime dell’immigrazione. L’abbiamo voluto fare con ragazzi e ragazze da tutta Europa, che da giorni sull’isola, grazie al progetto ‘L’Europa inizia a Lampedusa’, promosso dal Miur in collaborazione con il Comitato 3 Ottobre, hanno incontrato associazioni, volontari, hanno partecipato a workshop per approfondire i temi dell’inclusione e dell’integrazione. E anche in questo caso la scuola ha dimostrato di saper tracciare, prima e meglio di tanti altri settori della nostra società, la strada naturale dell’accoglienza”, ha commentato Davide Faraone. “Non a caso – continua – nell’isola abbiamo inaugurato una nuova sezione del Museo della Fiducia e del Dialogo. Un museo che ci impone di fare del ricordo una pratica di apertura che combatta i timori e le reticenze. Se c’è un’Europa che pensa ad alzare muri, oggi a Lampedusa ne ho vista un’altra il cui obiettivo è abbatterli. Ambasciatori di questa pace sono le nuove generazioni. È per sostenere loro che, come governo, dobbiamo andare avanti con decisione nel percorso di riforme relative alla cittadinanza, come lo ius soli e lo ius culturae. L’Europa è casa. E la sua porta sta a Lampedusa – conclude – in un lembo di terra arso e roccioso, che solidale accoglie dal mare e guarda all’Europa dei popoli e non delle barriere”.

Al termine della marcia si è svolta una cerimonia in mare in ricordo di tutte le vittime dell’immigrazione con il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che da una motovedetta della Guardia Costiera ha lanciato una corona nella zona dove avvenne il naufragio. “Tre anni fa – ha osservato il ministro – era solo una tragedia italiana oggi è una giornata europea”.

“Noi non sappiamo se sono profughi o no quando li salviamo – ha aggiunto riferendosi alle operazioni di soccorso in mare – ma sappiamo che dobbiamo salvarli”. Alfano ha poi commentato il risultato del referendum in Ungheria sostenendo che rappresenta una bocciatura della linea del premier Orban. “L’Europa – ha detto – è ad un bivio decisivo: o ci si salva tutti con severità, rispettando le regole oppure sarà un fallimento”. Il responsabile del Viminale ha infine ricordato che “l’Europa aveva deciso di ricollocare i profughi e gli Stati hanno sottoscritto quei patti, anche se non tutti li stanno rispettando. Un atteggiamento che io considero grave”. Un’analisi condivisa anche dalla presidente della Camera, Laura Boldrini: “L’Italia continua a prodigarsi in una straordinaria azione di soccorso – ha sottolineato – ma l’accoglienza non può coinvolgere soltanto un esiguo numero di Paesi europei. C’è bisogno che tutti gli Stati dell’Unione condividano la propria quota di responsabilità, come condividono le risorse che dall’Ue arrivano. I morti di Lampedusa chiedono all’Europa di non dimenticare le proprie responsabilità”. Secondo l’Alto commissariato Onu per i rifugiati sono oltre 11.400 le persone morte nel Mediterraneo dal 3 ottobre 2013 ad oggi.

“Solo quest’anno, sono 3.498 le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo nel disperato tentativo di trovare salvezza in Europa”, ha evidenziato Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, anche lei presente a Lampedusa. Quest’anno hanno attraversato il mar Mediterraneo, fino ad ora, oltre 300 mila persone, il 28% sono bambini, molti dei quali non accompagnati. Un flusso senza sosta che è proseguito anche oggi: nelle ultime ore sono state 39 le imbarcazioni soccorse nel Canale di Sicilia dalle navi della Guardia Costiera, della Marina Militare e delle Ong: circa 6.000 le persone salvate. E proprio durante la cerimonia per ricordare la strage del 3 ottobre sono sbarcati a Lampedusa 12 migranti, giunti sull’isola con una barchetta in vetroresina proveniente dalla Tunisia.

(ANSA)

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