L'Antimafia a Enna: punto su cosche e trasparenza - Live Sicilia

L’Antimafia a Enna: punto su cosche e trasparenza

Tappa della commissione in provincia.

ENNA – La Commissione regionale antimafia fa tappa ad Enna. Prosegue dunque, Covid permettendo, il tour istituzionale delle prefetture isolane, questa volta sotto la lente d’ingrandimento della commissione presieduta da Claudio Fava finisce la provincia ennese. Tanti gli interessi in ballo da monitore. Uno su tutti: i fondi europei.

Fondi europei nel mirino delle famiglie

“Questa resta una terra di saccheggio dei fondi comunitari, risorse sottratte all’economia legale che diventano bottino di guerra di alcune famiglie che utilizzando complicità professionali ha drenato nel corso ingenti risorse”, spiega Fava. Le somme arrivate sul territorio sono da capogiro, più di 80 milioni di euro in tre anni. Risorse, da monitorare con attenzione, affinché non siano sottratte allo sviluppo del territorio, somme da salvaguardare attraverso norme e procedure più stringenti.  

La geografia criminale

La Commissione ha tracciato il profilo criminale della provincia ennese. “La provincia di Enna conferma di fare parte di una geografia criminale che in Sicilia è consolidata con la caratteristica di essere provincia di transito e di investimento anche da parte di altre famiglie criminali palermitane, messinesi, catanesi”, ha spiegato Fava. Il filo rosso del discorso porta dritti alla figura di Raffaele Bevilacqua, all’inchiesta “Ultra” e alla realtà di Barrafranca.  “Le informazioni che abbiamo raccolto ci hanno fornito molti elementi sui quali la commissione avrà motivo e ragione per continuare a lavorare. Nell’Ennese la mafia ha ritenuto di costruire solidi legami di apparentamento criminale, in un luogo sufficientemente al riparo da sguardi indiscreti: pensiamo alle riunioni sugli attentati dell’estate 1992”, ha detto. Da allora la presenza mafiosa ha un suo significato e lo conferma
 l’operazione Ultra che ha riportato alla ribalta la figura di Raffaele Bevilacqua, il quale dal 41 bis viene posto ai domiciliari, forse con una sottovalutazione, non certo degli inquirenti locali, sul grado di pericolosità e pervasività di queste famiglie”.

Il comune di Barrafranca

Gli occhi sono puntati sul Comune di Barrafranca, si farebbe strada l’ipotesi dello scioglimento. “Quello che viene fuori  dall’indagine Ultra è che tutto questo porta a conseguenze dal  punto di vista dell’inquinamento territoriale, amministrativo e  politico. Lo dimostra anche la situazione in cui si trova  Barrafranca, che abbiamo approfondito e che ha portato la
prefettura a disporre il 12 agosto un accesso dei commissari”, ha detto Fava. Che parla di “un quadro di forte compromissione dell’intera struttura amministrativa del Comune di Barrafranca asservita a Bevilacqua. Il sindaco Accardi, che è indagato, viene intercettato durante una  videochiamata al capomafia, dal bar del figlio di Bevilacqua e
 il segnale dal punto di vista dell’autorità giudiziaria è di  forte asservimento”.
   

Enna: le vicende Asp e Comune

Durante il vertice con le autorità si è parlato anche di Enna e ai due fascicoli aperti dalla Procura, che hanno tanto fatto discutere in occasione della recente campagna elettorale delle amministrative, relative a presunte irregolarità nei concorsi pubblici all’Asp e al Comune. Su quest’ultima vicenda ci sarebbe una relazione fatta dall’assessorato, ancora secretata, mandata anche alla Corte dei Conti.


   

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