CATANIA – Un vero e proprio scontro politico si sta consumando, in questi giorni, intorno alla SoStare. Dopo la polemica sugli episodi di vandalismo che hanno colpito l’azienda partecipata del Comune che si occupa di gentire la sosta a pagamento, con 12 parcometri fatti letteralmente saltare in aria, adesso è il sistema di riscossione delle multe, in particolare la sovrattassa applicata alla penale, a fare gridare allo scandalo alcuni esponenti della maggioranza. A segnalare la questione, in paricolare, è il consigliere Agatino Lanzafame (Con Bianco per Catania) che ha inviato una nota ai vertici dell’azienda nella quale chiede chiarimenti proprio in merito a quella che definisce “la pratica vessatoria messa in atto dalla società che, conferendo incarico ad un avvocato esterno, recapita da mesi diffide con le penali triplicate, proprio a causa delle “spese legali”, scrive.
“L’attuale dirigenza dell’azienda deve spiegare alla città il perchè di tale pratica vessatoria – afferma – e quali sono i motivi che hanno portato al conferimento dell’incarico esterno. Questa odiosa lievitazione dei costi per i cittadini è insostenibile”. Contestualmente, però, il consigliere lancia una vera e propria accusa proprio alla dirigenza della società chiedento “una celere sostituzione dei vertici della stessa da parte dell’amministrazione al fine di riconciliare al più presto l’azienda con la città”.
In merito al primo aspetto, è Gaetano Garufo, responsabile commerciale di Sostare, a replicare, evidenziando come la sovrattassa sia una pratica diffusa da anni e in tutta Italia. “L’applicazione di una penale è prevista dall’articolo 17 della legge 127 del 1997 comma 132 che prevede la penale – spiega. Secondo il contratto con il Comune – proegue – l’azienda potrebbe applicarne una che ammonta a 36 volte il prezzo del tagliando, ovvero fare pagare ai cittadini 27 euro, ma ha deciso diabbatterla del 67 per cento, e facendo pagare solo 10 euro, sostenendo la differenza”. Una pratica diffusa, dunque, secondo il responsabile commerciale della società partecipata, che evidenzia anche un altro aspetto. “Se la multa si paga immediatamente, la penale è di soli 10 euro – continua – mentre lievita ogni qualvolta l’azienda mette in atto i meccanismi per il recupero crediti che hanno un costo”. Garufo sottolinea inoltre come le missive siano tutti atti necessari per la successiva riscossione. “La prima lettera è bonaria – dice – ma la seconda è un vero atto di diffida e di messa in mora che abbiamo affidato a un legale, scelto con bando pubblico, dal momento che non abbiamo un ufficio legale”.
Ma non ci sta Lanzafame, che sostiene che le cose non stiano così e che questi soldi non siano legittimi e che, in ogni caso, debbano rimanere all’interno dell’azienda. “Chi intasca i soldi? – chiede Lanzafame. Occorre un’operazione trasparenza – specifica. Sia chiaro, non si vuole mettere oggi in discussione la penale di 10 euro destinata all’azienda, che costituisce uno strumento necessario per la tenuta economica della stessa, ma il sistema “poco trasparente” che comporta un aumento esponenziale dei costi per i cittadini e contribuisce a creare un clima di avversione in città nei confronti dell’azienda e dei lavoratori della stessa che sono invece un patrimonio da tutelare. Quello che chiediamo – conclude Lanzafame – è che si faccia immediatamente luce sulla legittimità di tali pratiche”.
E’ il presidente della SoStare, Gianfranco Romano, invece, a rispondere alle “accuse” lanciate da Lanzafame, di non avere un buon rapporto con la città, evidenziando come, grazie alle multe, ogni anno entino nelle casse del Comune circa 3 milioni e mezzo di euro. “Nell’ultimo periodo l’azienda si è molto avvicinata alla città – afferma Romano – non soltanto attraverso i sistemi e i metodi innovativi che hanno agevolato i cittadini per quanto riguarda la sosta a pagamento, ma anche relativamente al sostegno dato, ad esempio, nell’allestimento delle luminari natalizie, nell’attivazione di alcuni punti Wi Fi e attraverso il contributo nell’opera di valorizzazione dei palazzi storici di Catania. Abbiamo addirittura ricevuto i complimenti – conclude – per l’innovazione e l’efficienza”.