"Truffa alle eredi Brancato" | Condannato Gianni Lapis - Live Sicilia

“Truffa alle eredi Brancato” | Condannato Gianni Lapis

Sentenza d'appello a Palermo. La vicenda ruota attorno ad un parcella da 200 mila euro pagata all'avvocato Giovanna Livreri dagli eredi di Ezio Brancato, titolare della società Gas in cui aveva interessi anche l'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino. Lapis è imputato di favoreggiamento.

PRESCRIZIONE PER LA LIVRERI
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PALERMO – Prescrizione per l’avvocato Giovanna Livreri e pena ridotta per Gianni Lapis. La Corte d’appello di Palermo riforma la sentenza di primo grado. Alla Livreri, imputata per truffa e tentata truffa, in primo grado erano stati inflitti tre anni e due mesi. Ora è arrivata una sentenza di non luogo a procedere perché è trascorso troppo tempo dalla presunta commissione del reato.

Il tributarista Lapis, accusato di favoreggiamento, ha avuto due anni: 8 mesi in meno della sentenza di primo grado. Secondo l’accusa, il legale avrebbe fatto credere alle due eredi di Ezio Brancato – Maria D’Anna e la figlia Monica – tra i titolari della società Gas, in cui aveva interessi anche l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, che l’azienda era coinvolta in un’inchiesta di mafia nata dalla scoperta dei pizzini trovati al boss, poi pentito, Nino Giuffré.

L’imputata avrebbe convinto le due donne della necessità di essere nominata loro difensore in vista di imminenti misure cautelari a loro carico e possibili provvedimenti di sequestro dei beni. Come parcella per il suo lavoro, l’avvocato aveva chiesto e ottenuto circa 200mila euro suddivisi tra le eredi di Brancato e l’altro gruppo societario a cui faceva capo la società Gas. “Parcelle legittime e regolarmente fatturate”, si è sempre difesa la Livreri.

Lapis, invece, è accusato di avere confermato l’esistenza di una lettera in cui si dava atto di un accordo tra i soci della Gas per assegnare l’incarico professionale alla Livreri. “Sono un truffaldino che viene truffato – commenta ironico Lapis fuori dall’aula – visto che anche io ho pagato, come la D’Anna, i soldi alla Livreri”.

 

 


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