L'Ars boccia il ddl sulle coppie di fatto | Ma dice "no" anche alle parrocchie - Live Sicilia

L’Ars boccia il ddl sulle coppie di fatto | Ma dice “no” anche alle parrocchie

Vinciullo: "Hanno votato anche gli assenti"
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L’Ars, chi la capisce? Alle cinque del pomeriggio, l’Assemblea regionale siciliana si scopre “cattolicissima” e boccia, rinviandolo in commissione, il ddl di Apprendi e Aricò sulle coppie di fatto. Alle nove della sera, invece, decide di abolire un cattolicissimo ddl presentato da Vincenzo Vinciullo, che avrebbe favorito le parrocchie e gli oratori.

Storia di un pomeriggio lunghissimo e intenso. Il ddl sulle “coppie di fatto”, nei giorni scorsi aveva suscitato polemiche molto accese, sfociate nelle “minacce politiche” di Salvino Caputo (“presenterò mille emendamenti), e delle associazioni cattoliche, pronte a una raccolta di firme per stoppare la norma. Ma non c’è stato bisogno, per il momento, dei gazebo. È bastata l’Aula che ha bocciato il ddl, in un pomeriggio molto “nervoso”. E le posizioni espresse dai parlamentari hanno ignorato maggioranze e alleati. Facendo finire dalla stessa parte, ad esempio, l’azzurro Caputo e l’autonomista Colianni.

E se il rinvio in commissione Affari istituzionali è stato richiesto dal presidente Riccardo Minardo (Mpa), il capogruppo Musotto ha parlato di “un livello di oscurantismo che non ha limiti”. Proteste anche da parte dell’assessore regionale alla Famiglia Andrea Piraino che ha contestato al parlamento di non essere stato ascoltato sul provvedimento. Alla fine, per alzata e seduta l’aula ha votato per il ritorno del ddl in commissione, tra le proteste di molti deputati.

Soddisfazione è stata espressa, ovviamente, da uno dei massimi oppositori al ddl, Salvino Caputo: “Il rinvio in commissione – ha detto – è un risultato importante perché è un segnale di tutela dei valori tradizionali della famiglia contro invece un testo di legge che rappresentava un’iniziativa isolata e demagogica”.

L’Aula, poi, ha esaminato due ddl proposti da Vincenzo Vinciullo. Quegli stessi ddl che per lungo tempo sono rimasti “sospesi” tra le commissioni e l’Aula, al punto da spingere il deputato Pdl a passare “in segno di protesta” al Gruppo misto. Il primo testo, “Norme per l’istituzione di centri antiviolenza e case di accoglienza per le donne ed i minori vittime di violenza” è stato approvato all’unanimità. La norma  prevede, tra le altre cose, l’istituzione del Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere, attività di informazione e prevenzione sia negli ospedali che nelle scuole, la cosiddetta “rete di relazioni” tra Comuni, province, prefetture, tribunali per favorire un intervento immediato nei casi di violenza. Inoltre, il ddl prevede un centro in ogni provincia e la regolamentazione delle case di accoglienza per donne e minori. Per questi interventi, la Regione si impegna a stanziare, per il primo anno, una somma di 430 mila euro. Un ddl che ha soddisfatto tutto il parlamento che “ha affrontato – ha detto il deputato Pd Concetta Raia – un tema delicato e importante: la Sicilia si appresta, finalmente, a mettersi al passo con altre regioni e con altri stati europei, che da tempo hanno messo in campo mezzi e risorse per contrastare il fenomeno della violenza contro le donne”.

Brutta sorpresa, invece, per il secondo ddl di Vinciullo, che interessava oratori e parrocchie. In particolare, le legge prevedeva la creazione di una commissione specifica all’Assessorato famiglia, che avrebbe dovuto esaminare e approvare progetti di contrasto al disagio giovanile proposti dalle parrocchie e dagli enti ecclesiastici. Il bilancio previsto in questo caso per finanziare i progetti era di 900 mila euro. Ma il ddl è stato affondato dal voto segreto: 19 voti favorevoli e 40 contrari. E Vinciullo non ha risparmiato accuse ai colleghi deputati. “Alla fine, non avendo il coraggio civile di votare palesemente contro il ddl che riconosceva il valore sociale ed educativo degli oratori, – ha attaccato Vinciullo – l’Mpa, con il suo capogruppo, ha chiesto il voto segreto, assecondato dal Pd, dal Grande Sud, dall’Aps e dal’Fli”. Ma non solo questo, Vinciullo va oltre: “La cosa più grave – ha aggiunto – è che alcuni deputati richiedenti il voto segreto non erano presenti in Aula, per la qualcosa chiederò al Presidente dell’Ars di verificare chi ha votato per gli assenti. Mentre, alcuni dei richiedenti hanno dichiarato di non aver chiesto il voto segreto”.

Insomma, ecco il giallo sugli effettivi “presenti” in Aula al momento del voto. Ma su una cosa Vinciullo non ha dubbi: “La gente, i frequentatori delle parrocchie, – ha incalzato – devono sapere che la legge è stata bocciata a causa di un’azione di killeraggio dell’Mpa. Vorrei sapere se Lombardo era al corrente della posizione del suo partito, o se non è più in grado di controllarlo”.

Sempre nella seduta di oggi, l’Ars ha aperto uno spiraglio per i lavoratori della Fiera del Mediterraneo, che adesso hanno qualche notizia  in più sul loro futuro: è stata approvata, infatti, la legge con cui si provvede al pagamento dei salari e degli emolumenti relativi al trattamento di fine rapporto del personale dell’Ente.  Il governo, tramite l’assessore regionale per l’Economia, Gaetano Armao, ha proposto l’emendamento in base al quale, per il 2011 sono stati reperiti 732 mila euro e per il 2012 un milione e 350 mila euro del bilancio regionale.
“Avere trovato le somme necessarie – ha detto Armao – per consentire a questi lavoratori e alle loro famiglie di trascorrere un Natale sereno ed offrire una prospettiva anche per il prossimo anno e’ un atto di giustizia cui non potevamo sottrarci e al quale tutto il Parlamento ha dato il proprio sostegno”. Un piccolo passo. Il prossimo, sarà un disegno di legge che trasferisca, finalmente, i 34 lavoratori alla Resais.

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