PALERMO – Rischia la chiusura la più grande sala bingo d’Europa. Si tratta del “Las Vegas Bingo” di Palermo, attualmente in amministrazione giudiziaria dopo che il tribunale ne ha disposto la confisca. Intestata ai fratelli Casarubea, la sala gioco, il cui valore supera i 10 milioni di euro, era nei fatti di proprietà del boss palermitano Nino Rotolo, capo del “mandamento” mafioso di Pagliarelli, che la utilizzava per riciclare il denaro sporco di Cosa nostra.
Situazione che adesso rischia di costare molto cara ai dipendenti. Oggi si è svolta infatti l’assemblea del personale della srl e si è discusso della proposta avanzata dagli amministratori giudiziari circa l’affitto del ramo d’azienda alla “società Solfin” dell’imprenditore Giuseppe Forello, uno dei signori del “gioco” made in Sicily. Che si è già detto disponibile a riassorbire 30 (massimo 35) dei 47 lavoratori attualmente impiegati al “Las Vegas”. Taglio respinto dai sindacati che hanno proposto il ricorso a contratti di solidarietà, pur di salvaguardare tutti i posti di lavoro: “Nell’assoluto bisogno di tutela della trasparenza e della legalità – dice Mimma Calabrò, segretario generale della Fisascat Cisl Sicilia – il nostro obiettivo è che si salvaguardino tutti le 47 unità. Ed è quello che abbiamo chiesto a Forello”. “Abbiamo fatto una controproposta – dice Marianna Flauto della Uiltucs – chiedendo di trovare accordi a sostegno del reddito con l’applicazione dei contratti di solidarietà per le imprese non rientranti nelle altre misure, al fine di mantenere l’occupazione e quindi evitare la riduzione del personale”.
Ma il tempo stringe e gli amministratori giudiziari si sono già detti pronti a consegnare i libri in tribunale nel caso in cui dovesse saltare l’accordo con Forello. “Per questo – continuano Flauto e Calabrò – riteniamo utile l’intervento del governo regionale e del Prefetto di Palermo al quale abbiamo già inoltrato la richiesta per l’apertura di un tavolo tecnico al fine di intervenire con i soggetti interessati su tutta questa vicenda”.