PALERMO – In Sicilia 5.440 euro al mese per fare l’assessore regionale a quanto pare sono pochi. Colpa della spending review, che ha messo le mani non solo nelle tasche dei deputati, ma anche dei componenti della giunta.
A lamentarsi di guadagnare meno di un deputato, però, stavolta non è il presidente della Regione Rosario Crocetta, ma Ester Bonafede, il ‘suo’ assessore al Lavoro e alle Politiche sociali in quota Udc. Non solo. La Bonafede denuncia che, per effetto del recepimento del decreto Monti e delle tasse che si applicano sulla parte variabile dell’indennità, il suo ‘stipendio’ sarebbe addirittura inferiore a quello del suo capo di gabinetto. “E’ un paradosso, l’attività di assessore non prevede pause e vacanze e meriterebbe pertanto un riconoscimento economico proporzionato al lavoro svolto, ai risultati ottenuti e all’assunzione delle responsabilità connesse. Tutti gli assessori della giunta tecnica si sentono discriminati dall’entrata in vigore della legge, perché non viene riconosciuto loro nemmeno lo stesso trattamento dei deputati”.
Parole che solo in qualche caso hanno portato alla richiesta di dimissioni, ma che hanno scatenato una valanga di critiche, arrivate anche dal capogruppo dell’Udc all’Ars, Lillo Firetto. “Un’esternazione infelice – ha definito le dichiarazioni dell’assessore – anche perché va ricordato che lo stipendio degli assessori tecnici siciliani è uguale a quello dei loro colleghi tecnici di tutta Italia.E’ utile – aggiunge Firetto – che in questo momento di difficoltà per tante famiglie ed imprese, tutti misurino parole e comportamenti”.
“Avrebbe fatto meglio a tacere – commenta anche il deputato Pd Gianfranco Vullo – : la spending review è una cosa seria, e le sue frasi sono inopportune e irrispettose nei confronti di tanti siciliani e tanti lavoratori che percepiscono molto meno di quanto l’assessore meriti”. Parole dure sono arrivate anche dalla Cgil, che ha definito le dichiarazioni dell’assessore al Lavoro “di pessimo gusto”: “E’ incredibile – dice Elvira Morana, della segreteria della Cgil Sicilia – che un esponente del governo si lamenti del suo stipendio, di fronte al dilagare del disagio sociale, di fronte al fatto che ci sono migliaia di lavoratori senza neanche tutele sociali . Ci vorrebbe più senso della misura e certamente maggior buon gusto, evitando certe esternazioni. E’ con il mondo del lavoro in difficoltà, per il quale il governo dovrebbe adoperarsi, che l’assessore dovrebbe fare i paragoni, o almeno tacere. Non con i deputati regionali e i loro stipendi, rispetto ai quali certamente si sarebbe potuto fare di più in una logica di spending rewiew”.
La richiesta di dimissioni della Bonafede arriva, invece, da parte dell’associazione ‘Net Left’: “La vergognosa dichiarazione dell’assessore regionale al Lavoro, secondo la quale sono pochi 5.440 euro per fare l’assessore, dovrebbe avere come effetto il ritiro della delega da parte del Presidente Crocetta – afferma Luca Lecardane, responsabile regionale dell’associazione -. Ci dica l’assessore cosa ha fatto per aumentare l’occupazione in Sicilia, cosa ha mai fatto per guadagnarsi questi soldi che le sembrano pochi. Dopo una dichiarazione così superficiale e grottesca non vi sono altre vie che non le dimissioni. Siamo sicuri che l’assessore Bonafede non le darà, quei 5.440 euro fanno comodo. Ma pensiamo che per un assessore così incapace siano pure troppi”.
Ma la Bonafede si difende: “Le mie parole sono state estrapolate da una conversazione sul valore e sul lavoro degli assessori che era in corso con il presidente della Regione. Sinceramente non capisco la polemica, qualche giornalista mi ha semplicemente chiesto quanto guadagnassi e ho risposto. Non mi sono lamentata, ho semplicemente fatto una considerazione: noi assessori lavoriamo tutto il giorno, e a prescindere dalla necessità di applicare la spending review è si dovrebbe ristabilire una considerazione della politica sia lontana dalla demagogia e dalla dissacrazione del ruolo. Noi tecnici abbiamo messo a disposizione tutto il nostro tempo, lavoriamo ininterrottamente. E’ giusto, certo, ma lo abbiamo fatto con sacrificio e questo va riconosciuto. Invece sembra sacrilego dire che ad un lavoro va corrisposta una giusta retribuzione: non c’è un bel clima”.