L'asta deserta e i suoi don Abbondio: ma il Calcio Catania è davvero un affare

L’asta deserta e i suoi don Abbondio: ma il Calcio Catania è davvero un affare

Pandemia e vicissitudini recenti sono solo l'alibi di un'altra fotografia impietosa.

CATANIA. Che si sia sull’orlo del baratro, lo sappiamo. Che quella di Joe Tacopina è stata un’opportunità irripetibile, anche. Che il silenzio di queste ore della classe dirigente-imprenditoriale è certamente qualcosa di inquietante, altrettanto.
Inutile stare qui a ripeterci sempre le identiche ed ormai stucchevoli cose. Nell’urgenza più che straordinaria del momento occorre capire se c’è un modo per sbloccare questa situazione di assoluto stallo che rischia, in modo inesorabile e soprattutto irreparabile, di cancellare tutto.

L’asta fallimentare andata deserta per l’acquisizione del ramo d’azienda del Calcio Catania, costituisce il de profundis di un tessuto sociale ed economico che, semplicemente, non c’è più.
Anzi, diciamolo più correttamente: è il territorio che non c’è più.
Si è nascosto dietro la rovina di una pandemia che ha provato tutti ma che avrebbe potuto insegnare la valenza del riscatto. Si è nascosto dietro l’imbarazzo che ha travolto a più riprese immagine e credibilità, dal 2014 in poi, partendo da quei Treni del gol che Catania non è riuscita a mollare alla stazione.
Inutile reggere ancora quel velo di ipocrisia dietro il quale ci si barrica vilmente citando, la passione di una piazza ed il calore di una tifoseria: i fatti dicono che tutto questo è solo la maschera che conviene a tanti e che cela maldestramente la disfatta di un tessuto sfilacciato da moltissimo tempo ormai.
Servirebbe coraggio. “Ma il coraggio chi non ce l’ha non se lo può dare”, direbbe il manzoniano Don Abbondio. Ed è un pò questo che sembra essere diventati: figure impaurite che è anche peggio dell’essere dei ponziopilato.

Attendiamo adesso il responso della curatela fallimentare. Attendiamo di sapere se verrà prolungato l’esercizio provvisorio per poter prevedere una nuova asta con base inferiore al milione di euro oppure se è già finita qui.
Potremmo anche non farne un dramma. Non fosse altro che non si tratta solo di un pallone che rotola bensì della fotografia opaca di un periodo storico che rischia di travolgere il territorio sotto ogni profilo.
Per ultimo, e solo per ultimo, sotto quello sportivo.


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