PALERMO – Una sfilza di rapine nel Nord Italia. Un palermitano arrestato. E altri due ancora da rintracciare. È finito in un ufficio di via Leonardo da Vinci, a Palermo, la latitanza di Domenico Albanese, 48 anni. Era ricercato dal dicembre scorso perché deve scontare una pena, in continuazione con altre condanne, di quattro anni e undici mesi. Ha provato a fare il furbo con i “falchi” della Squadra mobile. Si è spacciato per un altra persona. Quando ha capito di non avere via di scampo, ha stretto la mano all’uomo che lo ha arrestato pronunciando la frase “complimenti”.
Tra il 2004 e il 2009 Albanese avrebbe messo a segno sei rapine ai danni di banche e uffici postali con sedi a Casal Maggiore, Aulla, San Damaso, Martignana di Po, Fucecchio e Cervia. Albanese faceva irruzione, assieme ad altre due persone, negli istituti di credito. Il suo tono era minaccioso. A volte faceva credere di essere armato, altre puntava delle forbici contro i cassieri e razziava il denaro. Bottino complessivo: oltre 160 mila euro.
L’inchiesta, però, non si ferma alle rapine. Un altro fronte investigativo si è aperto nel corso dell’irruzione dell’ufficio di via Leonardo da Vinci. Si tratta di un immobile nella disponibilità del cognato di Albanese dove quest’ultimo si era trasferito a vivere. All’interno non c’erano solo i suoi effetti personali, ma anche venti mila euro in contanti, una serie di documenti di identità, e alcuni personal computer. Una sorta di banca dati che collega una cinquantina di centri scommesse. Tutto regolare? È presto per dirlo. I poliziotti hanno iniziato a passare al setaccio la documentazione e le memorie dei Pc.