L'atroce omicidio di Giordana |Indagini chiuse, Priolo a giudizio - Live Sicilia

L’atroce omicidio di Giordana |Indagini chiuse, Priolo a giudizio

Emesso il decreto di giudizio immediato, ma la difesa potrebbe scegliere il rito abbreviato.

il delitto di Nicolosi
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CATANIA – E’ arrivato il tempo del processo. Le indagini sull’efferato e atroce omicidio di Giordana Di Stefano, uccisa con oltre 40 coltellate, una maledetta notte dello scorso ottobre si sono chiuse. Il sostituto procuratore Alessandro Sorrentino ha chiesto al Gip il giudizio immediato per Luca Priolo, reo confesso del delitto della giovane mamma di Nicolosi. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha emesso il decreto di giudizio immediato ed ha fissato l’udienza davanti alla Corte d’Assise per il prossimo 23 maggio. Ma la difesa potrebbe presentare richiesta di rito alternativo. Dalla notifica della citazione infatti i legali che assistono Luca Priolo, gli avvocati Sergio Di Mariano e Gaetano Agosta, hanno 15 giorni di tempo per depositare la richiesta per procedere con il giudizio abbreviato. Se così fosse il processo si svolgerebbe davanti al Gup e non ci sarebbe la fase dibattimentale. La mamma Vera Squatrito, la sorelle Erika e il papà Maurizio assistiti dall’avvocato Ignazio Danzuso si costituiranno parte civile nel procedimento.

Sono durate circa sette mesi le indagini sulla tragica morte di Giordana Di Stefano. Il suo corpo è stato trovato senza vita nella sua macchina la mattina del 7 ottobre in via Monpeluso, una strada di periferia a nord del Comune di Nicolosi e a due passi dalla casa dove abitava la giovane mamma. Il corpo era martoriato da decine di coltellate. Solo dopo l’autopsia si è scoperto che erano state 45 i colpi inferti da Luca Priolo. Il suo ex ha scatenato sulla 20enne una furia omicida senza controllo. Le indagini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Catania hanno cristalizzato gli eventi che si sono susseguiti in quelle tragiche ore di violenza: controlli dei tabulati telefonici, analisi delle telecamere dell’autostrada, interrogati parenti e amici. Fondamentali per l’inchiesta anche gli accertamenti tecnico scientifici sui reperti prelevati nella macchina e sugli indumenti ritrovati, di cui Luca si era disfatto prima di fuggire a Milano. Ma un sms al padre lo ha inchiodato e quella sera stessa del 7 ottobre sono scattate le manette.

Per gli investigatori l’omicidio è stato premeditato. Tesi sempre confutata dai difensori di Priolo che al Riesame avevano anche chiesto per il giovane padre la misura degli arresti domiciliari da scontare in una comunità . “Ho perso la testa” – ha sempre detto ai giudici Priolo. Sarebbe andato dall’ex compagna  per chiederle di “rimettere” la querela, ma per gli inquirenti la denuncia per stalking è solo la punta dell’iceberg. Non può essere stato solo il bisogno di evitare un processo a spingere Luca ad andare sotto casa di Giordana quella notte. E per di più armato. Quel martedì sera Luca ha cercato più volte di contattarla al cellulare senza risposta. Intorno alle 23.30 il 24enne ha nascosto l’auto in una strada vicino casa della giovane e ha aspettato il suo rientro. Con sè ha portato il coltello. La ventenne è arrivata a casa ed ha trovato il padre di sua figlia ad aspettarla, con lei il cugino. L’ex gli avrebbe chiesto di parlare e alla fine è riuscito a salire nella sua auto. Dopo un primo giro, il parente è stato accompagnato a casa. Ha detto a Giordana di mandargli un messaggio non appena rientrava. Un sms che la giovane donna non ha mai potuto inviare perchè l’uomo con cui ha dato alla luce una splendida bambina quella notte si è trasformato nel suo assassino.


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