Gatto era. E manco gatto selvatico, esotico o stravagante. Attaruni proprio. Così sentenziò l’esperto circa la fantomatica pantera bis, quella avvistata a Mondello nei giorni scorsi. La forma delle orecchie, il manto e le proporzioni non lascerebbero dubbi secondo Mario Lo Valvo, l’accademico citato da Repubblica. Trattasi di comunissimo gatto domestico, nero per giunta, latore d’attasso per i fanatici della superstizione. Tramontò così in un amen il thriller mondellese, l’imperdibile chance di sviluppare una chiacchiera da bar nuova di zecca, senza lasciare a quelli di Borgo Nuovo l’esclusiva del brivido felino.
Una pantera a Mondello, suonava bene, magari un po’ meno di “Una sirena a Manhattan” o di “Un americano a Parigi”, ma la cosa aveva una sua musicalità. E i palermitani, gente adusa allo scambio di fischi per fiaschi, o più propriamente di cazzi per ramurazzi, se l’erano bevuta alla grande, trangugiando l’ennesimo scancio di qualcosa per qualcos’altro. Ché se oggi qualcuno ha scambiato un attaruni per una pantera, ieri qualcun altro aveva preso un bidone per un Airone (do you remember Caracciolo?) e c’è stato pure chi (tanti, pare, e recidivi) ha preso Cammarata per un sindaco.
Lunga storia. Basta pensare a quelli che in passato scambiavano la mafia per una favola, lo Stato per un’agenzia di mediazione coi boss, l’Ucciardone per un albergo e l’Amia per un’agenzia di viaggi. O a quelli che oggi scanciano la strada per una discarica, i sottopassaggi per cassonetti, le pubblica via per casa propria, il pizzo per un costo di gestione. Il ruggito dell’attaruni, in mezzo a una tale confusione, non fa neanche tanto rumore.