PARMA – Si è svolto ieri, a Parma, un incontro fra le organizzazioni sindacali (FLAI-CGIL, FAI-CISL, UILA-UIL) e la direzione di Parmalat per affrontare la questione dello stabilimento della Latte Sole di Catania, per il quale si prospetta la fusione per incorporazione nella società emiliana. Nel corso del vertice l’azienda ha confermato la previsione di 4 esuberi sugli amministrativi, nonché la volontà di esternalizzare la gestione di magazzino e logistica.
I rappresentanti sindacali si sono opposti al progetto poiché non tiene conto delle effettive esigenze funzionali del sito produttivo. Queste scelte potrebbero determinare una destrutturazione dello stabilimento con la perdita di una delle più significative realtà produttive isolane, in un momento di grave crisi economica in cui non si può correre il rischio di penalizzare una realtà solida come Latte Sole.
Dopo le rimostranze sindacali, la direzione aziendale ha genericamente aperto sulla ricollocazione degli amministrativi all’interno del sito, ma senza una proposta concreta. Sulla logistica alle obiezioni sulle peculiarità di Catania (magazzino all’interno dello stabilimento, e movimentazioni di latte fresco) e quindi con caratteristiche differenti rispetto ad altri stabilimenti, la direzione non ha saputo fornire risposte plausibili.
Vista l’assenza di accordo, ma considerata la volontà di entrambe le parti di giungere ad una intesa positiva, è stato deciso di aggiornare la discussione al 21 gennaio 2014. Al termine dell’incontro FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL, hanno rilasciato la seguente dichiarazione congiunta: “Come sindacato manterremo lo stato di agitazione e da qui al prossimo incontro definiremo un percorso lotta che ci aiuti ad affrontare questa riorganizzazione senza che vi siano conseguenze sul piano sociale. Non è escluso che, prima del 21 gennaio, FLAI, FAI e UILA, organizzino una nuova iniziativa che coinvolga la forza lavoro.
Riteniamo errata la posizione espressa dalla dirigenza Parmalat perché mette a rischio una realtà produttiva sana e contraddice la stessa politica della casa madre che, più volte, ha ribadito di voler investire nelle realtà locali, piuttosto che smantellarle. Facciamo appello alle istituzioni competenti (Ministero Sviluppo Economico e Assessorato Regionale alle Attività Produttive), affinché vigilino e impediscano la destrutturazione di uno stabilimento in attivo che rappresenta sviluppo e ricchezza per la Sicilia e per la Provincia di Catania, in particolare, e che, anzi, si pongano le condizioni per cogliere l’opportunità che viene, oggi, dalla fusione con Parmalat.”