“Quella del voto di scambio in Sicilia è una piaga che emerge in tutta la sua preoccupante dimensione grazie al lavoro di forze dell’ordine e magistratura. La maxi inchiesta della Procura di Termini, svela una continua connivenza tra politica e clientela che è assolutamente da condannare. Pur nel rispetto degli iter giudiziari, è assolutamente auspicabile che ciascuno dei politici coinvolti nell’inchiesta, faccia un passo indietro sino a quando non avrà avuto modo di chiarire la propria posizione”. A dichiararlo sono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle all’Ars a proposito della maxi inchiesta che ha portato alla firma di conclusione delle indagini 96 persone, tra le quali politici, amministratori locali, dipendenti comunali e candidati alle recenti elezioni amministrative di Termini Imerese e regionali del 2017. Tra i soggetti coinvolti, figura anche il sindaco termitano Francesco Giunta.
“Per l’ennesima volta purtroppo – sottolineano il deputato Ars Luigi Sunseri e la consigliera comunale termitana Maria Terranova – la città di Termini Imerese si trova investita da inchieste giudiziarie che riguardano sempre gli stessi reati, dal voto di scambio al peculato. Chiediamo un immediato passo indietro al sindaco Francesco Giunta per rispetto della città. Lo stesso Giunta peraltro – aggiunge Sunseri – aveva chiesto le dimissioni dell’assessore Bellavia quando questa, era stata toccata da un filone della medesima inchiesta che avrebbe coinvolto, a distanza di qualche mese, lo stesso primo cittadino. Quindi, con la stessa solerzia con la quale Giunta chiedeva le dimissioni di Bellavia – concludono i due portavoce M5S – ora deve essere anche il sindaco a fare un passo indietro”.
L’inchiesta di Termini Imerese tocca anche tra gli altri, Totò Cuffaro, Alessandro Pagano, Totò Cordaro e Alessandro Aricò e l’attuale candidato sindaco di Bagheria Filippo Maria Tripoli. “Pur ribadendo che tutti sono innocenti fino a sentenza definitiva e confidando nell’operato della magistratura – afferma il deputato Ars Salvatore Siragusa – trovo bizzarro che chi è indagato per un reato prettamente elettorale si presenti come candidato sindaco alle imminenti elezioni comunali, per cui, per garantire innanzitutto il rispetto dei cittadini bagheresi – conclude Siragusa – è auspicabile che Tripoli faccia un passo indietro”.