Giuseppe Lupo parla a nuora perché suocera intenda. L’uscita di ieri del segretario del Pd che ha chiesto a Lombardo di far piazza pulita di esterni negli uffici di gabinetto della Regione, per risparmiare fior di quattrini attingendo al personale regionale per quei posti, è un monito al governatore ma suona anche come un altolà alle manovre che un’ala del partito ha avviato e che hanno avuto un momento clou nella cena di Messina, alla quale hanno preso parte lombardiani e democratici, tra i quali anche big sponsor dello stesso Lupo nei giorni delle primarie, che oggi però si muovono più da battitori liberi, come Salvatore Cardinale e Francantonio Genovese. Alla cena, alla quale non ha preso parte il segretario, c’era anche Antonello Cracolici, capogruppo all’Ars del Pd e avanguardista dell’ala più ben disposta a trattare con Lombardo e soci.
Grandi manovre che hanno scatenato più di un mal di pancia nel partito. Prima gli strali di Rita Borsellino ed Enzo Bianco, contro gli inciuci, con il lancio di una raccolta di firme che al momento però ha raccolto sono una manciata di adesioni. Poi, ieri, l’uscita di Alessandra Siragusa, che agita il sospetto di “segnalazioni di singoli esponenti
del Pd per le nomine negli uffici di gabinetto”. E peraltro lo stesso Lupo nel suo comunicato parlava di “trattativa di basso profilo” senza specificare chi ne fossero i protagonisti. Insomma, tra i democratici le acque sono più che agitate. Lupo lavora per tenere unito il partito, ma il clima è arroventato. Sergio D’Antoni, leader dell’ala cislina, ieri ha usato toni duri: “Chiunque pensa che si possa chiudere accordi in altre sedi rispetto a quelle ufficiali è uno sprovveduto”. D’Antoni ha difeso il segretario Lupo, dopo che anche Giovanni Barbagallo, altro ex popolare, aveva messo in allarme sul rischio di inciucioni tra un pezzo di Pd e governo. A completare l’ala più dura contro le ipotesi di idillio tra Pd e lombardiani c’è la corrente che fa capo a Bernardo Mattarella, che in questi giorni ha scelto una linea più defilata, per non spaccare ulteriormente il partito probabilmente. C’è burrasca, insomma, e ieri qualche dirigente a taccuini chiusi non escludeva lo spettro di spaccature clamorose nelle settimane a venire. Il copione sarebbe quello già visto in casa Pdl con i gruppi parlamentari separati in casa. Uno scenario che tutti sperano di scongiurare ma che nessuno oggi può escludere con certezza.
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