PALERMO- In mezzo ci sono le scarpette rosse, ferita simbolica e concreta, bandiera delle donne uccise e delle donne sopravvissute. Da una parte ci sono gli avvocati e i giudici che conoscono quelle storie terribili da vicino. E non puoi limitarti alle carte, se lo sguardo di un assassino e il grido delle vittime esce dai verbali per trasformarsi in vera sofferenza. Dall’altra parte, oltre quelle scarpette, ecco ragazze e ragazzi con gli occhi pieni di Giulia e della sua esistenza strappata.
L’amore che ti racconto
Aula magna della Corte d’Appello di Palermo, luogo carico di storia e suggestioni. Qui si celebra una importante giornata di consapevolezza. Gli avvocati, con il loro Comitato Pari Opportunità, premiano i giovani che hanno espresso qualcosa – in parole e rappresentazione – sui temi tragici che la cronaca impone. Il concorso si intitola “L’amore che ti racconto”. La faccia scura è l’orrore che tradisce quel sentimento, trasformandolo in impronta bestiale.
“L’iniziativa è nata nell’ambito delle celebrazioni per la Giornata Internazionale per la eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre – dice l’avvocato Ninni Terminelli, presidente del Comitato Pari Opportunità –. Tutto è partito da un’idea dell’avvocato Salvatore Federico ed è stato sviluppato dalla Commissione Antidiscriminazione presieduta dall’avvocato Maria Lorena Scimone, la manifestazione ha assunto un significato ancor più profondo dopo la barbara uccisione della giovane Giulia. L’idea ispiratrice era quella di coinvolgere le scuole secondarie di primo e secondo grado di Palermo nel cimentarsi nelle tre categorie racconti, poesie e arte figurativa sul tema della violenza di genere”.
Sì all’educazione sentimentale
“Noi ci siamo sempre non soltanto adesso – dice l’avvocato Terminelli – per aiutare le colleghe in difficoltà e impegnarci con i colleghi per i problemi connessi alla professione. L’avvocatura riflette da tempo sul tema della pari opportunità e ha una funzione sociale importantissima, anche nell’ambito del contrasto alla violenza. L’anno prossimo promuoveremo l’educazione sentimentale nelle scuole”.
Tante le presenze qualificate che hanno messo in campo una partecipazione sensibile e attenta. Tra gli altri, Lia Sava, procuratrice generale della Corte di Appello, il procuratore Maurizio de Lucia, il presidente del Tribunale, Piergiorgio Morosini (suo l’intervento nella video-intervista), il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Dario Greco, l’avvocato Giuseppe Di Stefano, vice-presidente dell’Unione dei Fori Siciliani, l’avvocato Ninni Gallo, segretario dell’Organismo Congressuale Forense, l’avvocata Monica Longo, vice presidente del CPO.
“Le donne sono come fiori profumati… Quanto fa male quella grande mano sul mio viso”. Cosi i versi di una poesia scritta da Adele Maria Calafiore e letta in aula. In mezzo, quelle scarpette rosse. La vita delle donne che non smette di emanare la sua luce. Anche dopo il buio più atroce che c’è.
L’elenco dei vincitori
Per le scuole superiori, – si legge in una nota del Comitato -sono stati premiati come vincitori Maria Montalbano, del Liceo Scientifico Galilei, con la poesia “Come Fenice dalle ceneri”, Elena De Negri, del Liceo Classico Vittorio Emanuele II, con il racconto “Neanche con un fiore” e Svetlana Calderone, dell’Istituto Maria Adelaide, con il disegno “Amore Tossico”.
Menzioni speciali per Julian Ammendola ed Erika Randazzo dell’Istituto Francesco Ferrara, Sveva Butera del Liceo Classico Garibaldi, Alessia Migliore, Viola Di Bartolo e Dorotea Cacioppo dell’Istituto Damiani Almeyda Crispi.