Le madri che amano i figli smarriti | Questa Pasqua è la loro festa - Live Sicilia

Le madri che amano i figli smarriti | Questa Pasqua è la loro festa

Chi aspetta il ritorno, chi non smette di amare, chi non cessa di chiamare.

Mamma, chissà dove sei tu, adesso, in questa domenica lontana. Chissà che fine ha fatto la mia stanza da bambino, quando ancora io mi sentivo protetto, al caldo e non pensavo al dolore. E chissà se ci incontreremo ancora. Se tu sarai ancora mia madre, se io sarò ancora tuo figlio. Questo, forse, direbbe un figlio perduto alla madre distante, se avesse la sua voce per dirlo. Pasqua è la vera festa delle mamme che non smettono di sperare e dei figli smarriti, perché ne celebra il legame speciale, l’amore assoluto, nonostante tutto, ricordando una donna di tanto tempo fa ai piedi di una croce.

Le madri non perdono mai la fede di un ritorno dall’oblio che vorrebbe dire risorgere. E forse ci sono figli che, un giorno, torneranno a casa.

Laura Zarcone è la mamma di Marcello Volpe, scomparso nel 2011 e mai più ritrovato, nonostante segnalazioni, indicazioni e sussulti. “Ogni festività – racconta – ricorda a me e alla mia famiglia quanto ci mancano i suoi abbracci, quando desideriamo rivedere i suoi occhi, il suo sorriso. Da quando se ne sono perse le tracce ogni ricorrenza ha un sapore diverso”.

Ma il coraggio, quello non si è mai spento. “Noi mi fermerò mai, cercherò fino all’ultimo mio figlio. Parlo poco di lui in occasioni del genere, per proteggere tutti dal dolore. In famiglia, quando ci riuniamo, anche soltanto nominare il suo nome ci spezza il cuore”. Pochi giorni fa, per la Festa del Papà, quell’assenza ha ribadito, puntuale, la propria presenza. “L’altro mio figlio ha fatto gli auguri al padre, l’ha stretto forte a sé. Mio marito aveva gli occhi lucidi, sapevo che in quel momento avrebbe voluto abbracciare pure Marcello, proprio come accade a me ogni anno, quando si festeggiano le mamme”. Alla vigilia di Pasqua, Laura ha pubblicato una nuova foto su Facebook: Marcello indossa un abito elegante, è in posa davanti al fotografo. “Gli piaceva vestirsi bene quando dovevamo partecipare a degli eventi, pure quando era piccolo. In occasione della prima comunione mi disse che voleva un vestito da ‘gentiluomo’ e glielo comprai. Mi mancano la sua innata ironia, la sua voce. Mi manca tutto. Riaverlo con noi sarebbe la vera rinascita”.

Carmela La Spina, mamma di Salvatore Colletta, scomparso ventisei anni fa, in circostanze mai chiarite, ha lanciato, da poco, l’ennesimo, disperato appello: “Da ventisei anni non so che fine abbia fatto mio figlio, voglio la verità. A dicembre abbiamo trascorso un altro compleanno senza di lui, il 41esimo. Ma non ci stancheremo mai di cercarlo. La mia speranza non muore mai, è sempre viva. Non esiste rassegnazione fin quando non si hanno delle certezze sia nel bene che nel male. Lo aspettiamo a casa. Ricordo ancora perfettamente ogni suo piccolo particolare: ha uno spazio centrale tra i denti superiori, una cicatrice sulla mano sinistra tra il dito medio e l’anulare, una cicatrice sul ginocchio sinistro. E’ caratterialmente molto chiuso, timido, un po’ ingenuo”.

Le madri non scordano mai gli spazi tra i denti, le cicatrici, i nei, gli sguardi, gli anni, gli zaini a scuola, le merendine, l’ultimo ‘ciao’ sulla porta. I figli non dimenticano mai il profumo delle lenzuola, il caffellatte, il muro scrostato della scuola, il poster nella stanza, il sole alla finestra dopo il risveglio, l’ultima carezza sulla porta. Questa Pasqua è la loro festa: delle madri che sperano e dei figli che chiamano, nell’attesa di una resurrezione.

 

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI