Le piazze della droga| Palermo-Catania, comanda la mafia - Live Sicilia

Le piazze della droga| Palermo-Catania, comanda la mafia

Il bacio fra spacciatori a Catania

Chi sono i signori dello spaccio. FOTO 1 - FOTO 2 (di Riccardo Lo Verso e Laura Distefano)

L'INCHIESTA
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6 min di lettura

Strade che diventano suk della droga. Nei luoghi dello spaccio c’è la regia di Cosa nostra. La mafia, a Palermo e Catania, è tornata ad investire negli stupefacenti. Lo conferma il blitz di stamani a Catania e lo certificano gli scatti degli investigatori.

QUI PALERMO
Ballarò, Falsomiele, Guadagna, Zisa: le piazze della droga sono quelle di sempre. La novità è che il controllo di Cosa nostra si fa più stringente. I boss gestiscono in prima persona tutta la filiera, dagli acquisti all’ingrosso allo spaccio per le strade della città.  Sotto le machine parcheggiate, nei cartelli della segnaletica stradale, persino nelle edicole votive: ogni posto è buono per nascondere la roba come è emerso negli ultimi blitz.

La droga è tornata ad essere la principale fonte di guadagno per i clan. Il pizzo non può bastare da solo a coprire le spese per gli stipendi dei picciotti e le famiglie dei carcerati. I grandi appalti su cui imporre la messa a posto si contano sulle dita di una mano. Ecco che il ritorno in affari con la droga è stato inevitabile. Si rischia la stangata giudiziaria, con condanne molti più pesanti di quelle previste per l’associazione mafiosa, ma si guadagnano grosse cifre.

L’11 marzo del 2014 un carico di 320 chilogrammi di cocaina è stato sequestrato a Santa Marta in Colombia. La droga era nascosta dentro alcuni tubi di metallo, pronti per essere caricati su una nave carboniera diretta nei Paesi Passi. Sarebbe stata destinata ad un gruppo di palermitani e trapanesi in qualche modo legati al clan di Santa Maria del Gesù. Traccia concreta della loro attività è stata trovata in un magazzino nella zona di via Falsomiele, a Palermo, dove c’era una piccola raffineria di droga e una piantagione di marijuana.

Nel luglio del 2014 Teresa Marino, moglie di Tommaso Lo Presti, reggente del mandamento mafioso di Porta Nuova, è stata intercettata mentre parlava con Alessandro Bronte, picciotto del clan che avrebbe gestito la rete di spaccio e intrattenuto i rapporti con i grossisti. Era Bronte a dire che “… dopodomani viene questo… gli abbiamo fatto il biglietto… lo stiamo ospitando… ti ricordi quando stavamo prendendo il primo sottopassaggio… la sopra da quella persona in quelle villette… dov’era vicino Cefalù…”. Stavano parlando dell’arrivo a Palermo di un misterioso narcos colombiano.

Il 22 ottobre scorso la polizia ha arrestato a Villa San Giovanni Alfonso Vella, originario di Castelvetrano, e il palermitano Antonino Cardella. A bordo della macchina su cui viaggiavano c’erano cinque chilogrammi di pasta di cocaina, purissima e suddivisa i cinque involucri di cellophane. A casa di Vella è stato scoperto un piccolo laboratorio per la raffinazione. Cardella è titolare di una profumeria, a Palermo, dove è stata riscontrata la presenza di un personaggio già noto alle forze dell’ordine. Qualcuno che nel recente passato ha fatto affari con i Fascella, signori della droga del rione Guadagna. Non si sarebbe trattato di una presenza occasionale. Insomma, il personaggio individuato dalla polizia non è uno dei tanti clienti della profumeria.

A dicembre i finanzieri della Polizia tributaria hanno fermato alla stazione centrale di Palermo il colombiano Edwin Arturo Molano con un chilo di cocaina. Era in compagnia di un uomo di Carini. In precedenza, dopo essere arrivato in aereo a Punta Raisi, aveva fatto un viaggio di andata e ritorno in pullman per Roma, ed è stato anche monitorato a Genova. Sono tutti episodi che vanno analizzati complessivamente. Si parte dalla certezza che i siciliani hanno attivato un canale diretto con i narcos colombiani. Chi finanzia gli affari? Le indagini portano a Cosa nostra. La cifra di quanto ci sia ancora da scoprire sta nel sequestro di alcune

La marijuana venduta in città arriva per lo più dalle grandi piantagioni della zona di Partinico. Anche in provincia emerge forte l’interesse dei clan mafiosi. Una delle più grosse piantagioni scoperte dai carabinieri del Comando provinciale era gestita direttamente dai boss di San Giuseppe Jato. Una dose di marijuana da 1 grammo costa 5 euro. Stesso prezzo per hashish. Cocaina ed eroina sono disponibile in dosi da un quarto di grammo: 15 euro. Se ne compri un grammo, però, ti fanno pure lo sconto: trenta euro. Prezzi modici e clienti in aumento.

QUI CATANIA
La droga a Catania è l’affare numero uno della criminalità organizzata. Marijuana, cocaina e da qualche anno è tornata in “voga” anche l’eroina. I Santapaola- Ercolano controllano la maggior parte delle piazze, che sono dislocate in varie zone della città. Ma sono molti i supermarket all’aperto che operano per conto dei Cappello- Bonaccorsi, dei Mazzei e dei Cursoti Milanesi. Lo spaccio è diviso in tre zone nevralgiche: San Cristoforo, Librino e San Giovanni Galermo. La Squadra Mobile, oggi, ha fatto scattare le manette ai polsi dei “gestori” dello smercio di cocaina e “erba” delle vie Alonzo e Consoli a San Cristoforo. Il giro d’affari era di circa 100 mila euro al mese.

Specializzato in vendita di “stecchette” sono i pusher di via Colomba, sempre a San Cristoforo. Anche questa piazza di spaccio sarebbe collegata ai Cappello Bonaccorsi. Basta spostarsi verso il porto, per trovare le piazze di spaccio direttamente collegate al controllo dei Nizza, ala militare dei Santapaola. E’ di pochi giorni fa la notizia della cattura di Andrea Nizza, l’ex latitante è considerato il capo del narcotraffico a Catania. Via Stella Polare e le vie limitrofe, così come via Lava, sono altre piazze di spaccio che sono state disarticolate in questi ultimi anni dai carabinieri di Catania. Da queste indagini sono emerse le nuove figure dello spaccio: i “lanciatori”. Ai tetti dei ruderi si posizionano a turno gli addetti al lancio delle dosi al pusher.

A Librino (zona a sud della città), invece, lo spacciatore viene rifornito direttamente con secchio e corda. Tra gli stradoni dei grattacieli di Catania vi sono diverse piazze di spaccio, alcuni civici di viale Moncada, di viale Librino e di via Grimaldi. Qui vi sarebbe la piazza di spaccio di eroina più importante della Sicilia Orientale. In piazza San Cosimo, nel vicino rione San Giorgio, è stata creata un’altra zona di smercio di sostanze stupefacenti. Via Ustica e via Capo Passero a San Giovanni Galermo sono le due roccaforti dello spaccio di cocaina nel quartiere a nord della città. Il modus di operare dei gruppi di spaccio è collaudato. Le vedette controllano le incursioni delle forze dell’ordine, mentre i pusher cedono la dose e i cassieri ricevono il pagamento dai clienti. La fornitura di droga avviene secondo diversi canali, per la cocaina le ‘ndrine calabresi e i gruppi della camorra napoletani. Sono gli albanesi, invece, i fornitori ufficiali della marijuana. A Catania l’erba arriva stipata nei pescherecci: in meno di due anni sono stati bloccati almeno tre carichi per oltre tre tonnellate di “marijuana”.

LE FOTO

Lo spaccio a Palermo (GUARDA)

Lo spaccio a Catania (GUARDA)

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