Le polemiche su Riina jr | Quando parla il figlio del boss - Live Sicilia

Le polemiche su Riina jr | Quando parla il figlio del boss

Icone, pentiti e irriducibili. Ma, quando parlano certi figli, è sempre polemica.

Quando parlano i figli dei boss si scatena il putiferio. Sempre e comunque. A torto o a ragione. Da giorni la scena è tutta di Salvuccio Riina che prima sulle colonne del Corriere della Sera e poi su Rai 1, a Porta a Porta, ottiene un battage pubblicitario di lusso per il suo libro. Non si parla d’altro. In tanti si sono mossi per lanciare la crociata contro il male. Per molti, per carità, è davvero un problema di coscienza e di inquietudine provocata dalla vista del figlio del carnefice. Per altri, però, è una ghiotta vetrina. Un balcone a cui affacciarsi per gridare la propria antimafiosità di mestiere.

Era già accaduto quando si seppe che Angelo Provenzano, figlio di Bernardo, su iniziativa di un tour operator americano spiegava la mafia ai turisti in visita in Sicilia. Non tutti i figli sono uguali. A cominciare dal curriculum. Giuseppe Salvatore Riina mafioso lo è pure lui per via di una condanna a otto e passa anni che ha finito di scontare. Angelo Provenzano è incensurato. Hanno seguito strade diverse nella vita, ma entrambi si sono definiti fieri dei rispettivi padri e hanno raccontato la loro esistenza in cattività. Lontano da tutto e tutti, ma soprattutto lontani dalla verità che non si voleva vedere.

Anche per Angelo Provenzano si sollevò il coro dello sdegno, con qualche voce isolata di dissenso. Si chiede loro, giustamente, di andare oltre il naturale amore di un figlio nei confronti di un padre. Si chiede loro, giustamente, di abiurare ciò che il padre è stato.

E poi ci sono i figli che mettono d’accordo tutti. Ai quali si crede per fede. Come Massimo Ciancimino, la quasi icona dell’antimafia. Ha condannato pubblicamente il padre, si dirà. È un testimone chiave in alcuni processi, si spiegherà. Si è autoaccusato di reati, si aggiungerà. Tanto basta per perdonargli gli errori e le condanne del passato, gli scivoloni, le dimenticanze, le dichiarazioni a rate e le bugie, almeno così le definisce chi lo sta processando per calunnia. Per lui abbracci e baci. Come quello che gli riservò Salvatore Borsellino, fratello di Paolo. Lo stesso fratello del magistrato che ha consegnato a Facebook l’indignazione per l’intervista a Riina jr, “figlio di un criminale, criminale a sua volta” sugli schermi del servizio pubblico.

 

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