Le poltrone, le deleghe, i "cespugli" | Nuova giunta: ultimi ostacoli - Live Sicilia

Le poltrone, le deleghe, i “cespugli” | Nuova giunta: ultimi ostacoli

I democratici non hanno ancora chiarito come suddividere i posti nel governo tra renziani e cuperliani. Lupo insiste: "Non sarò assessore". Rischia anche Gucciardi. L'Udc punta all'assessorato alla Sanità. Tra Psi e Sicilia democratica, uno resterà fuori.

PALERMO – Gira e rigira, è sempre una questione di poltrone. Di posti di potere. Di incarichi. Mentre il presidente della Regione si intrattiene in Tunisia nell’internazionalizzazione della fiorente industria siciliana, i partiti fanno i conti con i bilancini e i mal di pancia. Tutto per il governo che verrà.

Per carità, ovviamente a ispirare un rimpasto la cui necessità, da Davide Faraone a Totò Cardinale in tanti hanno ammesso di non aver compreso, c’è anche una motivazione politica. Proiettata più verso il “dopo” Crocetta che nel presente. Un presente in cui i partiti della coalizione provano a testare l’efficenza di una squadra che dovrà proporsi alle prossime elezioni regionali (e politiche). Ma la questione politica va di pari passo con faccende molto più “prosaiche”, concrete. Poltrone e incarichi. Questi, insieme alla discussione già avviata sulle deleghe e a quella che porterà inevitabilmente un gruppo parlamentare (socialisti o Sicilia democratica) fuori dal governo, sono gli ostacoli verso la giunta che Crocetta ha già prenotato per domani.

Le poltrone del Pd

Sembrava fatta, nel Pd. Le interlocuzioni frequenti tra i leader del partito (ultimi Raciti e Faraone) sembravano aver chiarito tutto. E invece non è così. Tanto è vero che ieri la serata (e la nottata) è stata dedicata a nuovi incontri e faccia a faccia. Da un lato, i renziani, riuniti in un hotel nel cuore di Palermo. Dall’altro, il segretario regionale Raciti che ha incontrato il presidente dell’Udc D’Alia, in un ristorante, sempre del centro del capoluogo. E già la suddivisione geografica delle aree è indicativa. Non c’è ancora accordo. E rappresentanti di ognuna delle anime del partito hanno incontrato i “propri”. Aspiranti assessori e assessori uscenti, deputati e parlamentari vari. Una certezza, al momento, c’è. Il Pd manterrà sei assessori. Come verranno suddivisi, però, è un mistero. I renziani di Faraone puntano a confermare i tre in carica: Alessandro Baccei all’Economia, Baldo Gucciardi alla Sanità e Vania Contrafatto all’Energia. Una ipotesi che si scontra con la voglia dei “cuperliani” di essere rappresentati in giunta da altrettanti assessori: sicuro Antonello Cracolici, tra i “papabili” Bruno Marziano e Concetta Raia. Ma un assessore dovrà esprimerlo anche l’area dem che fa capo a Giuseppe Lupo. Anzi, per giorni gli altri big del Pd hanno spinto Lupo all’impegno in prima persona nell’esecutivo, proprio al fine di imprimere una svolta politica alla giunta con esponenti di primissimo livello. Ma Lupo in giunta non vuole entrare. “Ma sosterrò con convinzione – ha spiegato il vicepresidente dell’Ars – il nuovo governo di Crocetta”. A dire il vero, però, il mancato ingresso in giunta dell’ex segretario regionale democratico dovrebbe tradursi nell’indicazione di un deputato a lui molto vicino: il catanese Anthony Barbagallo. O, meno probabile, Marika Cirone Di Marco, puntando sempre ai Beni culturali dove Areadem ha piazzato nel governo uscente Purpura. Ma a quel punto, Faraone o i cuperliani dovranno rinunciare a un assessore. I renziani puntano sul fatto che l’altro pezzo del Pd, oltre a due assessori, annovera il segretario regionale, il capogruppo all’Ars e anche due presidenti di Commissione parlamentare. E proprio le commissioni, insieme agli altri incarichi dell’Ars, verranno posti sul bilancino per risolvere la faccenda. Se a cedere saranno i cuperliani, dovrà rinunciare alla giunta uno tra Marziano e Raia. Più complicata la questione se i renziani dovranno “scendere” a due assessori: se inizialmente era apparso certo l’addio di Vania Contrafatto (un tecnico, in una giunta che dovrà essere politica), nelle ultime ore si era diffusa la possibilità che a non essere confermato potesse essere Baldo Gucciardi. Una voce che immediatamente ha fatto riaccendere i riflettori sull’assessorato alla Salute. E quindi sulla partita delle deleghe.

La partita delle deleghe

Perché all’assessorato alla Sanità guarda con grande attenzione l’Udc. Se, però, pare inverosimile che Crocetta possa indicare in quell’assessorato Giovanni Pistorio, che fu assessore alla Salute con Totò Cuffaro, più agevole sarebbe la strada che porta alla nomina di Gianluca Micciché, giovane segretario regionale del partito. Ma ovviamente la scelta di non confermare Gucciardi non sarebbe priva di contraccolpi, visto che si tratta del primo deputato a entrare in giunta. A rappresentare, insomma, “l’antipasto del rimpasto” che dovrà portare al governo politico. Se l’Udc non centrerà l’assessorato alla Salute, potrebbe però lasciare la Funzione pubblica, chiedendo per Pistorio un assessorato pesante come quello alle Infrastrutture. Dove, però, potrebbe finire Maurizio Croce, in “quota Sicilia Futura”. Mentre, infatti, gli uomini di Totò Cardinale diffondevano “strategicamente” comunicati stampa bellicosi, il fondatore del movimento vicino ai renziani, incontrava Fausto Raciti. L’accordo è proprio quello di “valorizzare” un assessore come Croce, stimato da Cardinale. Che a quel punto accetterebbe un solo assessorato, a patto di ricevere una delega “pesante”. L’ultima aprola, però, si apprende da ambienti di Sicilia Futura, la avrà Davide Faraone, riferimento politico del movimento renziano ma esterno al Pd di Cardinale.

Gli uomini dell’Udc, intanto, sarebbero anche solleticati dall’idea di tornare a guidare l’assessorato all’Agricoltura, gestito nei primi mesi della legislatura da Dario Cartabellotta. Ma a quell’assessorato, tra i più importanti in termini anche di disponibilità finanziarie, guarda con grande attenzione Antonello Cracolici, che non a caso nelle ultime settimane ha mostrato una grande vivacità sul fronte Forestali. Il capogruppo Pd avrebbe ovviamente preferito l’Economia, da dove però Baccei non si muoverà. Ncd, come è noto, ha scelto il docente universitario Francesco Vermiglio: per lui possibile la delega al Turismo. Mariella Lo Bello potrebbe invece tenere l’assessorato alle Attività produttive.

A chi resta il cerino in mano?

Stando così le cose, undici delle dodici poltrone della giunta sarebbero già in qualche modo prenotate. Resta un solo posto a tavola. Al quale però ambiscono due formazioni politiche: il Psi-Megafono e Sicilia democratica. Sarà questo l’ultimo nodo da sciogliere, e questa partita verrà giocata in prima persona da Crocetta, al suo rientro dal Nordafrica. Gli ex Megafonisti hanno già scelto Giovanni Di Giacinto, mentre Sicilia democratica propone Luisa Lantieri, molto gradita al governatore. Ma come detto, resta un solo posto. A meno che il Psi non accetti di essere rappresentato da Mariella Lo Bello. Proposta già respinta al mittente, alcuni giorni fa. Ma il rischio è quello di ritrovarsi in piedi, di fronte alla tavola imbandita della nuova giunta.

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