Palermo, blitz nella notte: 26 arresti a Brancaccio e Sperone

Palermo, droga: 26 arresti fra Brancaccio e lo Sperone NOMI

C'è anche l'uomo scampato all'agguato in cui fu ucciso il boss emergente

PALERMO – Ventisei misure cautelari, 21 in carcere e cinque agli arresti domiciliari. Le sirene della polizia tornano a suonare nella notte fra Brancaccio e lo Sperone. Tra gli uomini chiave del blitz della sezione Narcotici della squadra mobile e dello Sco c’è anche Alessio Salvo Caruso.

Scampato all’agguato

Ha rischiato di morire il giorno che a Brancaccio ammazzarono Giancarlo Romano, boss in ascesa della famiglia di corso dei Mille. A Caruso è stato estratto un proiettile dal cranio. Contro di lui ha fatto fuoco Camillo Mira. Dissapori sfociati nella violenza legati alla gestione delle scommesse .

A sua volta Caruso è indagato per il tentato omicidio di Camillo Mira e del figlio Antonino. Aveva partecipato alle scene da Far West, pistole in pugno per le strade del quartiere. Pietro Mira, figlio di Camillo e fratello di Antonio, il giorno dell’omicidio fu pestato da Caruso nel garage dove c’era la base operativa del giro di scommesse.

L’episodio diede il via al regolamento di conti culminato nell’omicidio e preceduto da una sparatoria davanti a un’agenzia di scommesse in corso dei Mille.

Non solo scommesse, anche droga. Tanta droga. L’inchiesta della Procura di Palermo fotografa, ancora una volta, lo spaccio allo Sperone, una delle principali piazze della città. I blitz si susseguono (le ultime condanne sono del mese scorso), ma c’è sempre qualcuno pronto a subentrare a chi finisce in carcere.

Agenti sotto copertura

Un fortino della droga attivo h24 dove tutto viene controllato. Alcuni agenti hanno lavorato sotto copertura per infiltrarsi nella rete dello spaccio. E sarebbero emersi i ruoli di Caruso ma anche di Giuseppe Alessandro Arduino, inquadrati nel clan mafioso dagli investigatori della Mobile guidati dal dirigente Marco Basile.

A loro avrebbero fatto riferimento Pietro Argeri e Gaetano Ingrassia, considerati alla guida del gruppo di spaccio.

E nel frattempo si fanno largo i nuovi boss, come Giancarlo Romano ammazzato a pistolettate lo scorso febbraio. I reati di spaccio di droga contestati ai 26 indagati sono aggravati dal metodo mafioso.

Gli arrestati

Pietro Argeri, 34 anni (carcere), Gaetano Ingrassia, 23 anni (carcere), Alessio Salvo Caruso, 28 anni (carcere), Davide Giuseppe Arduino, 29 anni (carcere), Nicola Argeri, 54 anni (carcere), Francesco Messina, 29 anni (carcere), Salvatore Agnello, 23 anni (carcere), Maria Chiappara, 36 anni, è la moglie di Pietro Argeri (carcere), Davide Anselmo, 26 anni (carcere, già detenuto per altro), Sebastiano Chiappara, 25 anni (carcere).

Ed ancora: Girolamo Tarantino, 20 anni (carcere), Paolo Chiovaro, 36 anni (carcere), Samuele Argeri, 22 anni (carcere), Antonino Messina, 28 anni (carcere), Salvatore Navarra, 21 anni (carcere), Antonino Ricotta, 20 anni (carcere), Isidoro Lo Nardo, 26 anni (carcere), Giuseppe Lucchese, 24 anni (carcere), Salvatore Zora, 24 anni (carcere), Luigi Lemmito, 50 anni (carcere), Salvatore Fiorentino, 23 anni (arresti domiciliari), Vincenzo Lucchese, 26 anni (carcere), Andrea Pizzo, 22 anni (arresti domiciliari), Daniela Chiovaro, 46 anni (domiciliari), Salvatore Messina, 51 anni (domiciliari), Salvatore Cipolla, 51 anni (domiciliari).

Lagalla: “Brillante operazione”

“Esprimo il mio apprezzamento e il mio profondo senso di gratitudine nei confronti del questore e della squadra mobile di Palermo per la brillante operazione che ha portato all’arresto di 26 persone, smantellando, così, una vasta rete di spaccio di stupefacenti tra lo Sperone e Brancaccio”, a dichiararlo è il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.

“Un altro segno tangibile del grande impegno che tutte le forze dell’ordine, coordinate dalla magistratura, stanno mettendo in campo per contrastare il traffico di droga in città”.


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