Le spine della Sanità siciliana|Il Pd: “Non chiudere Corleone” - Live Sicilia

Le spine della Sanità siciliana|Il Pd: “Non chiudere Corleone”

E anche Mazara rischia
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Dev’essere stata una giornata complessa, quella di Massimo Russo. L’assessore regionale alla Salute ha avuto oggi non poche gatte da pelare, a cominciare da quella protesta non facile da gestire, che ha visto scendere in piazza 5000 persone nel comune di Corleone, contro il depotenziamento dell’ospedale. Sono, infatti, passati soltanto un paio di mesi da quando Raffaele Lombardo scriveva sul suo blog, lodando il sostegno del partito democratico: “Il Pd – aveva scritto il governatore – ha contribuito esclusivamente sul piano delle riforme fondamentali a partire dalla sanità. E quel sistema si è configurato per com’è, grazie all’operato all’assessore Massimo Russo, contestato anch’esso”. Dunque Russo e i democratici accanto, nei felici pensieri del governatore.

È passato soltanto qualche mese, si diceva. E chissà come ci sarà rimasto male questa mattina Massimo Russo, davanti a una protesta che vedeva al fianco il vecchio e il nuovo potere, il Pd e il Pdl, il Rotary club e la Cgil, sfilare insieme contro la riforma del magistrato antimafia che mise le mani sulla sanità regionale. Secondo la delibera assessoriale sarà ridotto il personale del laboratorio di analisi (dove ci saranno solo tre tecnici, un biologo e un medico), sarà soppresso il reparto di cardiologia ed effettuati tagli tra gli infermieri e nell’unità di ostetricia. Questo vorrà dire che “i residenti dovranno recarsi a Partinico – ha detto Mario Scialabba, segretario aziendale della Cgil – che dista circa 40 chilometri, per qualsiasi tipo di emergenza. E poi si parla di buona sanità: si continua a penalizzare la periferia a vantaggio delle grandi città”.

Al fianco della protesta corleonese hanno detto la loro in tanti, persino coloro i quali ieri avevano sostenuto, da una parte, e votato, dall’altra, la ‘rivoluzione di Russo’.

Così ecco gli altisonanti comunicati, da sinistra e da destra, che oggi prendono le distanze dalla stessa riforma che ieri, in Aula, hanno sostenuto (il Pd, che si astenne dal voto) e votato (il Pdl).

“Il diritto alla salute dei cittadini dei comuni serviti dall’ospedale di Corleone non può essere messo in discussione” ha detto il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo.

Anche il capogruppo dei democratici a sala d’Ercole Antonello Cracolici è intervenuto precisando che nei prossimi giorni il Pd chiederà “un’audizione alla commissione Sanità all’Ars, con la partecipazione del direttore generale dell’Asp, per verificare gli effetti della nuova dotazione organica, che non può pregiudicare i servizi di quel territorio”.

Persino il senatore Beppe Lumia si è esposto al fianco dei 5000 in piazza a Corleone: “Già diversi anni fa – ha detto Lumia – con l’amministrazione Cipriani e con gli operatori sanitari ci impegnammo per non farlo ridimensionare e per rilanciarlo. Questo risultato deve essere mantenuto anche adesso. In passato la vecchia politica ha utilizzato l’ospedale come zona di transito per nominare primari, da spostare successivamente nelle sedi più ambite di Palermo. Oggi, invece, deve diventare un ospedale che attrae e che valorizza le proprie risorse interne”.

E ancora, Salvino Caputo, Pdl (lo stesso Pdl che votò la riforma) oggi insorge al fianco della piazza contro il Palazzo: presentando un ordine del giorno per impegnare il governo “a sospendere l’atto aziendale che ridimensiona l’ospedale di Corleone e aprire un tavolo di confronto con gli amministratori del comprensorio”.

Come se non bastasse il subbuglio nel territorio corleonese, è in aria di insurrezione anche la provincia trapanese, dove il prossimo 1 giugno chiuderà (eccetto l’area d’emergenza del pronto soccorso) l’ospedale di Mazara. Il nosocomio, che risponde alle esigenze sanitarie di un bacino di 100.000 abitanti, resterà chiuso per trenta mesi per ristrutturazione, il tutto per un investimento da 25 milioni di euro. Anche qui, la cittadinanza non ci sta e chiede che venga garantito il diritto alla salute di quel territorio. Così, mentre la protesta continua a salire, dall’ufficio stampa dell’Asp di Trapani non confermano che il progetto sia già stato definito, mentre da ambienti molto vicini all’assessore si parla di addirittura di una delibera già arrivata all’Asp di Trapani.


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