Lavorate di piu', i nuovi criminali hanno gli scooter elettrici e le mini car smart t max e sh
Le vite spezzate di Kevin e Giorgio| “Risveglio di dolore per Belmonte”
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Una serie di coincidenze sfortunate...
Vannacci. ..ma questo da dove spunta? L' Italia è diventata un paese troppo permissivo.
Evviva la sana tradizjone. Questa società si sta autodistruggendo
È utile ,per lei , che faccja questa esperienza così capira chi è il Pd.
CARO CUGINO Giorgio Casella ,si muore così perchè noi genitori non sappiamo fare i genitori, perchè la tecnologia E i social ormai ci hanno mangiato pure a noi il cervello….è purtroppo si muore così perchè si fa uso di droga e alcol e poi ci si mette in auto e si corre!!!…si muore così..non saranno gli ultimi purtroppo!!!
R.I.P.
C’è chi parla al cellulare, chi scrive un messaggio e chi addirittura si fa un selfie. Poi c’è chi ha preso l’auto di papà e vuole dimostrare che la si può guidare diversamente, chi vuol fare bella figura con la ragazzina seduta di fianco e chi ingaggia gare con gli amici piuttosto che con chi gli si affianca al semaforo. E allora giù l’acceleratore, via sgommando, spazio alla follia, e fine dei programmi: la morte sale a bordo e dirotta qualsiasi illusione di sopravvivenza. Naturalmente c’è pure chi fa uso di alcol o di droghe e perciò non si rende neppure conto di quel che fa e a cosa va incontro mettendosi alla guida.
Insomma, le cause di certi incidenti stradali possono avere infinite variabili, ma c’è un minimo comune denominatore: le vittime sono tutte giovanissime!!
Il dolore di perdere un figlio/a è incomparabile. La morte di un giovane figlio è la morte dell’innocenza. Una parte del genitore muore quando il figlio muore, forse perché il futuro, con tutti i sogni e le speranze, va in frantumi.
In ogni famiglia c’è la consapevolezza che l’unità familiare, in quanto tale, si spezzerà col tempo: i bambini cresceranno ed andranno via, i genitori invecchieranno e moriranno.
L’improvvisa, imprevista morte di un figlio, per ogni famiglia, è un evento devastante. Non c’è tempo per prepararsi alla tragica perdita. I genitori si aspettano che i loro figli vivano a lungo, che gli sopravvivano.
Le povere mamme dicono: “Se solo potessi averlo aiutato”, “Se potessi tenerla con me una sola volta ancora”, “Se solo potessi dirle ti amo una sola volta ancora”.
Il ruolo dei genitori é di proteggere i loro figli; auto-biasimo, senso di colpa e di fallimento possono tormentare i genitori. Essi razionalmente sanno di non essere responsabili della morte del loro caro ma tuttavia, dietro le lacrime spesso si sentono le parole: “scusami, scusami…” Tanto è intenso lo shock di perdere un figlio.
Ogni volta che leggo di queste tragedie, mi si accappona la pelle, ogni perdita di una giovane vita, rappresenta una sconfitta per noi adulti e per l’intera società. Anche se non si può più tornare indietro e fermare questa sfrenata corsa verso il progresso e l’ignoto, per noi genitori, adulti e società civile, è giunto, quantomeno il momento di fermarci a riflettere e fare autocritica.