Legge stralcio, riparte l'esame | Sì alle norme sulle start up - Live Sicilia

Legge stralcio, riparte l’esame | Sì alle norme sulle start up

Il ddl in Commissione bilancio. Vinciullo: "Approvati già a molti articoli importanti".

PALERMO – “È iniziata in commissione bilancio la discussione del disegno di legge stralcio sulla legge di stabilità regionale”. Ne dà notizia il presidente Vincenzo Vinciullo. Già approvato l’articolo che sopprime il Consiglio regionale dell’Urbanistica, l’articolo che consente alla Regione Siciliana di assegnare ad altre amministrazioni i testimoni di giustizia, quello che consente l’accesso online al registro delle imprese, quello rivolto alla promozione di startup, incubatori, restart, e acceleratori dello sviluppo locale, quello sulle associazione di volontariato di talassemici e infine quello relativo all’attuazione della programmazione. “In pratica- spiega Vinciullo – con questo articolo viene concessa la possibilità di completare i progetti entro il 31 marzo 2017, con risorse nazionali. Un provvedimento importantissimo, perché consentirà a centinaia di enti, in modo particolare ai Comuni e alle Istituzioni scolastiche, di poter completare le opere e di completarle dopo il 31 dicembre 2015. Un provvedimento tanto atteso, perché consente così di salvare importanti finanziamenti”.

È stato approvato un ulteriore emendamento che ha l’obiettivo di riallineare i significativi ritardi in ordine al monitoraggio dei programmi finanziati dalla politica unitaria di coesione 2000/2006 e 2007/2013. “Ciò consentirà – ha proseguito Vinciullo – una significativa accelerazione nella presentazione delle domande di rimborso delle risorse da parte della Regione, con beneficio per la casse regionali che, ad oggi, sono appesantite a causa dei ritardi inspiegabili e ingiustificati dei soggetti beneficiari pubblici e privati, che sono titolari di interventi finanziati con risorse comunitarie a far data dal 2000, cioè con 16 anni di ritardo sul dovuto e con la Regione che si fa carico di questi ritardi, operati spesso anche dei Comuni e con una crisi di liquidità insopportabile, dovuta alla anticipazione delle risorse comunitarie che non sono mai rientrate per la “strafottenza amministrativa” di coloro i quali – ha concluso il deputato – nelle periferie hanno utilizzato i fondi comunitari”.

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