PALERMO – Dopo la richiesta di autorizzazione a procedere inviata al Senato dal Tribunale dei Ministri di Catania nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini per lo sbarco dei migranti da nave Gregoretti, il direttivo regionale e la deputazione siciliana del Carroccio parlano di “iniziativa assurda e potenzialmente lesiva dell’equilibrio tra i poteri della Stato”. Le parole sono contenute in una nota che contiene, oltre quella di Stefano Candiani, senatore e commissario regionale della Lega, altre 18 firme di deputati, eurodeputati, commissari e dirigenti siciliani del partito di Salvini.
Se il Senato deciderà di concedere l’autorizzazione, “ledendo cosi’ il sistema stesso delle garanzie costituzionali e le fondamenta del sistema politico italiano – dicono -, ci preme segnalare ai magistrati che i sottoscrittori della presente avendo dato con il loro voto mandato a Matteo Salvini, sulla base di un programma elettorale che prevedeva tra l’altro chiusura dei porti, una lotta ferma contro gli scafisti e l’immigrazione illegale e una battaglia per scardinare la linea di abbandono nei confronti del nostro paese sino a quel momento adottata dall’Unione Europea, si ritengono mandanti delle azioni dell’ex Ministro degli Interni”.
“Abbiamo inoltre, come dirigenti di partito, fattivamente collaborato a propagandare e sollecitare detta linea politica quindi, ove la magistratura decidesse di proseguire nell’azione giudiziaria contro il Segretario Nazionale della Lega, chiediamo fermamente: #processatecitutti. E con noi, processate anche i milioni di italiani che votano e sostengono la Lega, che ne incoraggiano la linea di fermezza sul tema immigrazione, che chiedono a Matteo Salvini di continuare a essere speranza per l’Italia e per gli italiani”.
E il commissario provinciale della Lega a Palermo, Antonio Triolo, rincara: “Se qualcuno pensa di intimorirci, ha sbagliato, non siamo disposti a fare un passo indietro rispetto a quello che abbiamo promesso ai nostri elettori con il programma elettorale presentato al momento del voto. Nel 2018 mi ero gia’ denunciato come mandante del ministro Salvini, avendo con il mio voto dato il mandato elettorale e politico di portare avanti un programma su cui i magistrati avevano ritenuto di indagare. Non cambio certo idea oggi”.