Leonardi: "Mi candido |a sindaco di Mascalucia" - Live Sicilia

Leonardi: “Mi candido |a sindaco di Mascalucia”

Intervista a tutto campo con il Presidente del Consiglio provinciale Giovanni Leonardi. Presenta a LiveSiciliaCatania il bilancio del suo mandato, ringraziando gli “onorevoli” colleghi e il Commissario Liotta. C'è spazio pure per una polemica con la stampa: “Abbiamo chiesto sacrifici ai cittadini, ma non abbiamo tagliato il riscaldamento alle scuole”. Chiarita pure la vicenda dei rimborsi ai gruppi consiliari.

Palazzo dei Minoriti
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CATANIA – Bilancio di fine anno per il Consiglio Provinciale. Il Presidente Giovanni Leonardi tira le somme dell’anno “terribilis” 2012, segnato dal taglio dei trasferimenti da Roma e dal debito di 23milioni di euro del caso Ifi. Ma anche di tutto il mandato legislativo ormai prossimo alla conclusione: “Mancano ancora quattro mesi alla fine dei lavori, finora ci siamo riuniti ben 331 volte a fronte di 412 deliberazioni. Meglio della scorsa Consiliatura – sottolinea con orgoglio Leonardi – che si è riunita 233 volte con 250 delibere approvate”. Un bilancio dunque “positivo”. Ora però guarda al futuro: “Non sarò più consigliere. Mi candido a Sindaco di Mascalucia”. Non è detto però che sarà quella del Pds/Mpa la sua prossima casacca: “È un momento per me di grossa riflessione. Resto -precisa- comunque un democristiano”. Parole che lascerebbero intendere un prossimo approdo nell’Udc di Pierferdinado Casini. A mergine dell’intervista c’è spazio pure per una polemica con il mondo dei giornali: “Non abbiamo mai parlato -ammonisce- di togliere il riscaldamento alle scuole”. Sui rimborsi ai gruppi consiliari però chiarisce: “E’ tutto alla luce del sole”.

Una risposta secca. É uscita l’indiscrezione che lei sarà uno dei candidati a Sindaco di Mascalucia. Conferma o smentisce?

In primo luogo vorrei concludere bene questa legislatura. Vogliamo lasciare le cose quanto più in ordine possibile. Io personalmente tra breve tornerò al mio Ufficio al Genio Civile. Su Mascalucia sì c’è un progetto civico che vede la mia disponibilità ad una mia candidatura a Sindaco. Credo che questa possa essere una opportunità per un paese che mi ha dato tanto, al quale vorrei ricambiare. Ripeto, è un progetto serio che verrà sottoposto anche al vaglio delle altre forze politiche. Intanto vedo già tanto entusiasmo. Una cosa però è già certa, non mi candido più alla Provincia.

C’è ancora il Movimento di Raffaele Lombardo nel suo futuro?

Non lo so. Questo per me è un momento di grande riflessione. Qualsiasi decisione dovessi prendere nei prossimi giorni non rinnegherò mai l’esperienza che ho fatto nell’Mpa. Le esperienze politiche, si sa, iniziano e finiscono. Ma nel rispetto però dei valori che mi hanno sempre guidato. Resto un dunque democristiano.

Presidente Leonardi, siamo a fine anno ma anche a fine mandato. Un bilancio dell’attività svolta da questa Consiliatura?

Un bilancio senz’altro positivo, sia in termini di delibere approvate che di obiettivi raggiunti. Inoltre, i dati raccolti sono di gran lunga superiori rispetto alla precedente legislatura. Ora, uno degli obiettivi dei prossimi tre mesi di fine mandato sarà l’approvazione del piano territoriale provinciale.

Qual è stato il momento, di questi ultimi quattro anni, che lei ricorda con maggior dolore?

Con dolore no. Ma con sorpresa sì, e pure amara. Quando cioè siamo stati informati dal collegio dei revisori del debito fuori bilancio Ifi, quello dei 23milioni di euro. Per mesi abbiamo chiesto e attivato diversi momenti istituzionali dove abbiamo richiesto all’Amministrazione e alla dirigenza tutta, la ricognizione dei debiti fuori bilancio. Ma non abbiamo mai avuto notizia, neanche per un attimo, di questo debito strepitoso. Successivamente abbiamo constatato che dal settembre 2008, se non ricordo male, l’avvocatura ha informato il Presidente Castiglione sulla necessità di opporsi in Cassazione.

Dopo questa tegola di 23milioni si è parlato di dissesto, pre-dissesto, default. Il pericolo c’è ancora?

No, non c’è e non ci sarà. Ringrazio oggi tutti gli uffici, il Consiglio provinciale, il Commissario Liotta che si sono adoperati prontamente. Abbiamo, soltanto con l’azione delle commissioni, avuto contezza di quello che era l’elenco dei nostri creditori. Questo dato era utile per approntare il piano di risanamento. Questa procedura, che ci è stata permessa da una recentissima legge del governo Monti, il decreto salva enti, ha di fatto prodotto un risparmio per l’Ente e altri benefici.

Nei fatti?

Se non fossimo riusciti a bloccare, con questa procedura, l’esecutività del pignoramento a ottobre avremmo sforato il patto di stabilità e nell’arco del prossimo anno avremmo visto un penalizzazione delle riduzione dei trasferimenti dal Governo pari a 23milioni di euro. Io personalmente sono stato a Roma per parlare con il giudice fallimentare e con il curatore fallimentare Ifi. Abbiamo trovato però un muro, a fronte di ciò abbiamo approvato un piano affinché il debito sia chiuso in un anno, anziché cinque, con l’aumento doloroso di Rca e Ipt per il solo 2013.

Dall’arrivo del commissario Liotta cos’è cambiato in Provincia. Come sono mutati i rapporti tra i rami dell’Ente?

Il Consiglio è stato tenuto in grande considerazione. Per la prima volta, con l’arrivo del Commissario, siamo riusciti a sederci tutti allo stesso tavolo per trovare delle soluzioni sulla situazioni debitoria dell’Ente. Nelle emergenze, si sa, bisogna fare squadra. E c’è stata infatti un’ottima risposta da parte di tutti gli uffici. C’è stata pure una risposta politica dal Consiglio, dove il venire meno del presidente Castiglione, in un momento così delicato, ha fatto sì che si creasse una forte e responsabile coesione tra i gruppi.

E i rapporti con la stampa quali sono. Ci sono state forti polemiche in aula, anche il Commissario ha preso posizione in tale senso. Cosa è successo?

Noi abbiamo la necessità di comunicare che gli ulteriori sacrifici chiesti ai cittadini sono una strada forzata. Sulla stampa spesso ci sono notizie imprecise. Sa, procurarsi dei numeri non è complicato, dargli un senso sì. Questo anche sui tagli che abbiamo dovuto fare per cinque milioni di euro. Dire però che “togliamo i riscaldamenti alle scuole” è quanto di più sbagliato ci sia. La stampa spesso cerca più lo scoop che la riflessione.

A proposito di stampa. Sono usciti i numeri dei rimborsi ai gruppo consiliari. Il suo è uno dei più cospicui. Ci spiega il perché?

La ringrazio dell’opportunità che mi da. Penso che anche in questo caso parliamo di numeri buttati lì. Intanto perché il dato riportato riguardava spese effettuate nell’arco di due anni. Io come Presidente ho a disposizione un fondo che è stato utilizzato nel corso degli anni per fini istituzionali. Ed è stato per altro utilizzato solo al 50%.

Quindi sarebbero fondi legittimi?

Sì, C’è un regolamento. É tutto alla luce del sole. Solo che ultimamente la vecchia voce “servizi” è stata accorpata a quella dei “rimborsi”. É una procedura, secondo me, anomala. Nei fatti però questi rimborsi rispecchiano un’attività istituzionale. Un esempio è quello degli sms, io li sfrutto per tenere aggiornati i consiglieri sull’attività. Anzi, rispetto al passato abbiamo avuto un risparmio nelle utenze telefoniche.

Vedo la foto di Sturzo. Secondo lei, chi rappresenta al meglio la sua eredità, l’Udc o il Pds/Mpa?

Come ho detto sono orgoglioso di essere un democristiano e ho avuto piacere di ritrovare in questa stanza la sua foto. Era accantonata, l’ho incorniciata e l’ho messa alle mie spalle. L’essere Dc è un modo di fare politica da cristiano. Siamo ancora in tanti, spalmati in più sigle. Il peccato è che non ci sia più il partito unico dei cattolici.

Ha qualche sassolino da togliersi invece?

Non nascondo che l’essere stato Presidente Mpa, in un momento di grande conflittualità col Pdl di Firrarello e Castiglione, non mi ha agevolato. Però io ho sempre agito nel massimo rispetto del mandato istituzionale. Nessuno può dire il contrario.


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