Leone: “Nulla da temere| Essere fratelli non è reato” - Live Sicilia

Leone: “Nulla da temere| Essere fratelli non è reato”

La replica del presidente della sesta municipalità, Lorenzo Leone il quale non trattiene il suo rammarico: “Cosa c’entro io con le sue azioni? Non vedo mio fratello da anni. So che è in carcere. La mia candidatura era consentita dalla legge”

CATANIA – “Questa vicenda mi rammarica davvero molto. Tutti conoscono il mio operato e sanno quanto impegno abbia sempre messo nel mio lavoro, che ho sempre svolto con correttezza, onestà e trasparenza. E mettendomi sempre al servizio del territorio e dei problemi dei cittadini. Essere fratelli non costituisce reato e meno ancora una colpa. Cosa c’entro io con le sue azioni?”. Così Lorenzo Leone, presidente della 6’ Circoscrizione, raggiunto telefonicamente da LiveSicilia commenta la relazione della Commissione regionale Antimafia in cui appare il suo nome fra quelli dei consiglieri del Comune di Catania segnalati nella missiva anonima.

Ma Lorenzo Leone, sottolinea come i rapporti col fratello, quest’ultimo autore, (secondo quanto riportato dalla Commissione), di diversi reati commessi almeno fino al 2000, si siano interrotti da diverso tempo. “Io non vedo – spiega – mio fratello e non lo frequento da anni. So solo che è detenuto da circa 15 anni”. Secondo la relazione redatta dalla commissione, presieduta da Nello Musumeci, Lorenzo Leone eletto presidente della municipalità nel giugno 2013, tramite il meccanismo di elezione diretta con Articolo 4, “e candidato per la coalizione di centrosinistra, (…) dall’attuale sindaco Enzo Bianco”, risulta essere il fratello di Gaetano Leone, appunto. Su quest’ultimo la magistratura avrebbe anche accertato “l’appartenenza del Leone Gaetano all’associazione mafiosa “clan Santapaola”, il cui gruppo sarebbe stato “operante proprio nel territorio di Librino, cioè̀ un quartiere ricadente nella Circoscrizione di cui il Leone Lorenzo è presidente”.

Ma al momento della candidatura nel 2013, stando agli atti della Commissione Antimafia, Leone presentò invece regolare autocertificazione antimafia, cosa che escluderebbe, dunque, eventuali parentele con mafiosi o presunti tali. “Quando mi candidai – spiega – feci presente la parentela con mio fratello, (già detenuto) e mi consultai con il mio avvocato. La legge non consente la candidatura alle elezioni a cittadini che presentino gradi di parentela di I grado con personaggi vicini agli ambienti malavitosi, mentre il fratello è di fatto un parente di II grado. Io posso rispondere della mia vita, delle mie azioni e di quelle dei miei figli. Se mio fratello ha intrapreso determinati percorsi e fatto determinate scelte se ne assumerà le responsabilità. Io ho non ho nulla a che vedere con i fatti che riguardano mio fratello”.

Leone torna a ribadire la sua posizione rispetto ai contenuti della relazione della Commissione regionale Antimafia. “Se avessi avuto contatti con lui o frequentazioni avrei potuto comprendere certe prese di posizione nei miei confronti. Ma io non ho davvero nulla da temere. Ho sempre operato alla luce del sole e posso dimostrarlo con serenità”- conclude Leone.

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