Leonforte. Il sindaco Carmelo Barbera è stato prosciolto nell’inchiesta della Procura di Enna che lo vedeva indagato, assieme al funzionario del Comune Serafino Cocuzza, per ‘induzione indebita a dare o promettere utilità’ in relazione a due assunzioni a Leonforte della Srr, la società per i rifiuti. I sostituti di Enna, diretti dal procuratore capo Massimo Palmeri, hanno chiesto e ottenuto dal gip il decreto di archiviazione, che riguarda entrambi gli indagati. Entrambi, sia Barbera che Cocuzza, vengono prosciolti pienamente già al termine dell’istruttoria.
La vicenda
La notizia dell’archiviazione, confermata da fonti di Procura, segna dunque la parola fine all’inchiesta aperta dalla magistratura requirente ennese a seguito della presentazione di un esposto, che portò la Guardia di Finanza a sequestrare, in più occasioni, diversi atti negli uffici del Comune. L’ipotesi, in sostanza, era che Cocuzza e il sindaco avessero fatto pressione nei confronti dei vertici della Srr per l’assunzione a Leonforte di due dipendenti amministrativi. A seguito di questo provvedimento, altri dipendenti presentarono un esposto, ipotizzando che ci fosse stato un abuso.
“Ho sempre avuto fiducia nella magistratura”
Ora però il caso è chiuso e il sindaco, contattato telefonicamente, si dice contento della notizia, pur ribadendo di non avere mai avuto dubbi che, al termine delle indagini, sarebbe emersa lampante la sua estraneità a ogni accusa. “Ho sempre riposto piena fiducia nei confronti della magistratura – afferma Barbera – e oggi questa mia fiducia viene ripagata con un giusto provvedimento di archiviazione di ipotesi delittuose a cui sono totalmente estraneo. Ammetto di aver vissuto un periodo difficile, a seguito di questa indagine, ma l’ho vissuto nella massima riservatezza e posso dire di averlo superato grazie alla Fede in Dio, all’affetto e alla presenza di chi mi è stato vicino; in primis mia moglie e la mia famiglia, poi anche il mio avvocato Ones Benintende”. Era stato proprio il penalista leonfortese, che assiste sia Barbera che Cocuzza, quando si seppe dell’inchiesta, a intervenire pubblicamente esprimendo la massima fiducia che tutto si sarebbe chiarito rapidamente, ritenendo che i suoi assistiti non avessero, sue parole, “commesso alcun reato”.