Leontini lancia la lista con Pid |"Il Pdl non ci ha ascoltato" - Live Sicilia

Leontini lancia la lista con Pid |”Il Pdl non ci ha ascoltato”

L'idea, lanciata in una conferenza stampa con Rudy Maira, è "una lista congiunta tra Pdl e Pid per le elezioni regionali". "Resto nel Pdl - assicura Leontini - ma andiamo avanti con la costruzione di questo movimento regionale e vediamo quali saranno le reazioni".

Verso le regionali
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Il conto alla rovescia per le dimissioni di Lombardo, coinciderà con quello che prepara la nascita di qualcosa di nuovo. Una nuova coalizione-lista-partito-movimento-federazione. La formula è ancora da scegliere. Non l’identikit: un grande contenitore di moderati, che metta al centro del proprio impegno la Sicilia.

Innocenzo Leontini, insieme al Cantiere Popolare di Rudy Maira vanno avanti. Insistono. Anzi, accelerano. “Oggi, la nuova lista civica per le regionali – ha detto Leontini – è una realtà, non più un’idea. Presto vi faremo conoscere la denominazione, e i programmi. Io e il Pdl? Non credo che arriveranno anatemi, ma il 31 luglio non sarò più capogruppo”.

Insomma, al di là dei distinguo e delle “cautele”, la scissione tra gli azzurri è servita. E a rappresentarla è anche la presenza alla conferenza stampa del presidente della commissione Ambiente Fabio Mancuso. “Abbiamo provato in tutti i modi – ha proseguito Leontini – a stimolare il partito. E abbiamo troppe volte chiesto che il Pdl abbandoni l’abitudine di decidere nelle stanze romane e si confronti con i rappresentanti del partito nel territorio. Ma niente. Si continua ad andare avanti allo stesso modo, anche a costo di smentire quanto detto poche ore prime”.

E il riferimento, ovviamente, è diretto alla questione delle primarie per le elezioni regionali. Che oggi appare davvero l’innesco che ha portato alla deflagrazione finale in seno al Pdl siciliano. “Mi chiedo come faccia ancora oggi il coordinatore Castiglione – si chiede infatti Leontini – a parlare di primarie, quando è chiaro che il Pdl pensa di dover decidere nei modi consueti e prova ancora a confezionare a tavolino un possibile candidato”.

Non manca nemmeno una stoccata al presidente dell’Ars Francesco Cascio, e stavolta il pretesto è rappresentato dalla mozione di sfiducia a Lombardo. “Anche in questo caso, il partito – dice Leontini – decide che bisogna accelerare. E poi, uno dei massimi rappresentanti, Francesco Cascio, che pur essendo presidente dell’Ars è comunque un politico del Pdl, decide che la mozione non vada calendarizzata”.

E ancora, la diffidenza nei confronti dei vertici nazionali del partito, è evidente nella descrizione di un’altra vicenda: “Lombardo – spiega Leontini – ha dichiarato che alcuni partiti nazionali gli stanno chiedendo di non dimettersi. Mi sarei atteso una pioggia di smentite, anche dal mio partito. Ma non è arrivata nessuna smentita”.

Così, non c’è scelta. Leontini e un pezzo del Pdl andranno per conto loro. Insieme al Cantiere popolare e, magari in un futuro prossimo, col Grande Sud, che al momento non partecipa in prima persona all’iniziativa, ma, come spiega il capogruppo Titti Bufardeci, “guarda con attenzione a questa proposta politica”.

Una proposta che dovrà guardare alle ormai imminenti elezioni regionali, dove la nuova lista presenterà un proprio candidato. Quasi certamente lo stesso Leontini, come trapela evidentemente da alcune considerazioni: “Qualcuno mi chiede – dice – che dovrei lasciare il Pdl. E non capisco per quale motivo. Ci sono altri candidati a Palazzo d’Orleans, come Rosario Crocetta, che hanno scelto addirittura una lista col proprio nome. E non mi risulta che il Pd abbia chiesto di uscire dal partito”.

E Crocetta diventa anche oggetto di una serie di frecciate da parte di Leontini: “La vera novità politica – spiega – siamo noi, e questa nuova formazione. Mi chiedo, invece, come faccia a presentarsi come ‘novità’ una persona che negli ultimi tre anni non ha fatto altro che condividere il sistema che ha causato tanti danni alla Sicilia. E dopo aver partecipato attivamente a quella gestione, come componente della direzione di un partito che era un pezzo fondamentale della maggioranza, oggi vuole indossare la maglia del messia, annunciando di voler sistemare i guai che anche lui, col suo partito, ha contribuito a creare”.

Ma se il giudizio nei confronti del governo Lombardo rimane negativo (“fino all’ultimo, interpreterò il ruolo di oppositore a questo esecutivo”), diverso è lo stato d’animo nei confronti di ciò che potrà accadere dopo il 31 luglio. “Lo stesso Lombardo ha ribadito – dice Leontini – che a fine luglio si farà da parte. E che lo stesso Mpa, di fatto, non esisterà più. A quel punto, dopo quella data, tutto può succedere. E io non sarò più capogruppo del Pdl. Magari – scherza Leontini – io e Lombardo ci dimetteremo lo stesso giorno”.

“Il nostro progetto politico – dichiara invece il segretario regionale del Cantiere popolare Rudy Maira – mira all’unità dei moderati in Sicilia. Con la nostra lista puntiamo a rafforzare un’area politica largamente maggioritaria nell’Isola. Il percorso che abbiamo innanzi non sarà caratterizzato da strappi o rotture ma da spirito costruttivo per giungere ad una candidatura alla presidenza della Regione che sia seria e condivisa. E’ certo – aggiunge – che andremo avanti insieme ed uniti. Quanto alle dimissioni annunciate dal presidente Raffaele Lombardo, credo che queste verranno confermate con l’atto formale del 31 luglio. È una scelta di responsabilità e serietà, dopo tantissimi errori, quella di Lombardo che noi abbiamo chiesto da tempo rispetto alle deficienze di un governo che lascia intatti i problemi della Sicilia laddove non li ha aggravati. Non credo che quanti chiedano al presidente della Regione di non dimettersi abbiano a cuore le sorti della Sicilia. Questi – prosegue Maira – sono nemici della Sicilia perché non è possibile ipotizzare che si vada avanti sino al 2013 senza una maggioranza politica e senza una maggioranza all’Ars, e con un governo privo dell’una e dell’altra. Né tantomeno è credibile che procrastinare le dimissioni abbia un valore etico soprattutto riferibile alla riforma costituzionale che ridurrebbe da 90 a 70 i deputati regionali. Qui c’è il rischio – conclude Maira – che questa stagnazione politica spazzi via la Sicilia. Per questa ragione ai siciliani va data l’opportunità di votare già ad ottobre per assicurare un governo vero alla regione”.

“Il progetto presentato dai capigruppo Leontini e Maira è un atto di grande coraggio politico – ha commentato il capogruppo dell’Mpa Nicola D’Agostino – in un momento in cui la politica nazionale e regionale si interroga sul modo in cui occorre interpretare le nuove istanze dei cittadini. La discontinuità rispetto ai partiti tradizionali – ha aggiunto – è necessaria oggi per riacquistare credibilità nei confronti dell’elettorato e siamo certi che questo nuovo soggetto politico saprà difendere gli interessi della Sicilia libero dagli schemi partitici che fino ad oggi hanno soffocato il dibattito e l’attività amministrativa”.


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