L'erosione delle coste siciliane | Seminari dell'Ordine dei geologi - Live Sicilia

L’erosione delle coste siciliane | Seminari dell’Ordine dei geologi

A Marsala e Ispica

L'iniziativa
di
4 min di lettura

PALERMO – Nei giorni scorsi si sono tenuti due importanti seminari a Marsala (TP) e a Ispica (RG), nei quali è stato affrontato l’attuale tema del fenomeno dell’erosione costiera che interessa gran parte delle coste siciliane. L’Ordine Regionale dei Geologi della Sicilia ha organizzato con associazioni ambientali, altre categorie professionali e amministrazioni gli incontri, ritenendo imprescindibile l’apporto dei Geologi nella discussione multidisciplinare riguardante una materia molto delicata, che coinvolge sia l’ambiente naturale e antropico sia il tessuto economico e sociale siciliano.

La Sicilia con i suoi 1600 km di costa (1100 km perimetrano l’isola maggiore è 600 km le isole minori) è la seconda regione in Italia per estensione Costiera – afferma il Coordinatore della Commissione Urbanistica dell’Ordine dei Geologi Giovanni Pantaleo- evidenziando come il Cambiamento climatico che sottopone la nostra regione ad un regime sempre più subtropicale associato soprattutto all’occupazione antropica delle coste, che ha di fatto alterato un equilibrio naturale tra ripascimento ed erosione delle coste, rappresentano oggi le cause principali del rischio erosione Costiera.

La realizzazione dissennata di lungomari e l’abusivismo edilizio spinto a ridosso della linea di costa,infatti, hanno causato negli ultimi decenni sia la scomparsa delle dune costiere (strutture dinamiche naturali di ripascimento delle spiagge) sia una diminuzione dell’azione di dissipamento di energia delle onde ad opera delle spiagge.

Le spiagge, infatti, costituiscono un sistema di difesa naturale delle coste attraverso un’azione di dissipamento dell’energia delle onde e della loro capacità di asportare materiale.

I 121 comuni costieri hanno attuato negli anni e continuano tutt’ora ad adottare interventi costieri specifici non tenendo in considerazione assolutamente gli effetti e le refluenze sui litorali adiacenti.

Le opere di difesa realizzate a partire dagli anni 80 nella nostra regione (frangiflutti, barriere, pennelli), hanno creato sovente un disequilibrio con il contesto circostante con perdita di ingenti volumi di spiaggia al contorno.

 

L’incontro del 20 dicembre, tenutosi nell’aula consiliare del palazzo Bruno di Belmonte ad Ispica (RG), nel quale hanno partecipato anche gli Ordini degli ingegneri, architetti e avvocati della Provincia di Ragusa, la Betontest e il dipartimento di ingegneria civile dell’UNICT, ha visto la divulgazione di diversi studi multidisciplinari in occasione del Seminario scientifico per la difesa del litorale Ibleo, nel quale hanno relazionato diverse professionalità del settore: Geol Phd Dott. Giuseppe Alessandro del Libero Consorzio Comunale Ragusa, Ing. Ciro Marinelli dell’Airbus Group of Munich Are, Prof. Corrado Monaca, responsabile settore ricerca betontest, Prof. Giovanni Berti, Università di Pisa e Prof. Ing. Enrico Foti dell’Università di Catania.

In tale seminario è stato evidenziato come una sempre più invasiva antropizzazione del litorale ibleo, con la presenza a ridosso delle aree di spiaggia di agglomerati abitativi spesso abusivi e privi di opere di urbanizzazione o di insediamenti produttivi, che hanno alterato o talvolta distrutto i delicati sistemi dunali esistenti, è spesso concausa nei fenomeni di arretramento della linea di riva e di erosione delle spiagge.

Dall’incontro è inoltre emerso come – ha aggiunto il Tesoriere dell’Ordine dei geologi Massimo Petralia – la figura del geologo assume una importanza fondamentale, al pari delle altre figure professionali coinvolte, in un processo decisionale e di pianificazione degli interventi di mitigazione di tali rischi.

 

A conferma di una diffusione reginale dell’erosione costiera, in data 21 dicembre a Marsala, nella splendida cornice del complesso Monumentale San Pietro, ORGS e Legambiente circolo di Petrosino Marsala hanno voluto analizzare il contesto siciliano e locale nell’ambito di un convegno dal titolo `Spiagge……. Cosa ne rimane’, nel quale tecnici, amministrazione, associazioni si sono confrontati portando al tavolo alcune proposte e alcune soluzioni partendo dalla conoscenza del contesto regionale attraverso autorevoli relazioni di docenti universitari e professionisti del settore: Geol. Giovanni Randazzo, dell’Università di Messina, Biologa Cristina Andolina, dell’Università di Palermo e la dott.ssa Claudia Casa, Direttrice Reg.le Legambiente)

Dagli incontri – conclude il Presidente dell’Ordine dei Geologi Giuseppe Collura – è emersa la necessità di avanzare delle possibili soluzioni a tali problematiche come ad esempio la pianificazione degli interventi costieri ricondotta a livello di unità fisiografica di Bacino idrografico (da monte alla foce, dove i processi geomorfologici hanno un inizio e una fine); la gestione centrale della pianificazione Costiera a livello regionale al Fine di abbattere la frammentazione di finanziamenti che risolvono la situazione locale e non generale; la redazione dei P.U.D.M., Piani di utilizzo del demanio marittimo, intesi non solo come strumenti amministrativi ma come strumenti di monitoraggio, controllo e pianificazione ancorché molte zone costiere ricadono all’ interno delle zone sic e zps governati da Piani di Gestione che non possono essere avulsi dal contesto costiero; la redazione di un Piano dei depositi sommersi in modo tale da recuperare il materiale per il ripascimento delle spiagge a rischio senza alterare alcun equilibrio dinamico o naturale e l’inclusione della figura del geologo, che si occuperà ad esempio dei dragaggi, nei piani regolatori portuali.

 

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI