CATANIA – Antonino Ardizzone si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’assessore, che è stato sospeso dalla carica dal Prefetto dopo l’arresto per concorso in omicidio, ha affrontato l’interrogatorio di garanzia davanti al gip con un difensore d’ufficio. C’è stata infatti la rinuncia del suo penalista di fiducia.
L’ex componente della giunta del comune di Palagonia è accusato di aver fatto da intermediario per ingaggiare il killer che nel 2017 ha ucciso in un agrumeto Francesco Calcagno. Un delitto volto a vendicare l’uccisione di Marco Leonardo avvenuta in un bar nel 2016 e per ‘affermare’ nel territorio il potere criminale della Stidda agrigentina.
A far partire la rivalutazione di tutto l’apparato probatorio assunto dopo l’omicidio di Calcagno è stato lo stesso (ex) assessore che, nel dicembre 2020, sentendosi in pericolo ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri. Salvo poi cambiare idea e ritrattare. Ma ormai l’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Catania Marco Bisogni, era cominciata. E il mosaico accusatorio nei suoi confronti ha passato il vaglio del gip che ha accolto la richiesta di misura cautelare in carcere.