ENNA – Dovrà pronunciarsi la Corte Costituzionale sui presunti difetti di legittimità costituzionale dei decreti della Regione sui commissari delle ex Province. Lo ha deciso il Tar Sicilia, che ha ritenuto “rilevante” e “non manifestamente infondata” la questione sollevata dal Comune di Enna, che ritiene incostituzionali i decreti di nomina dei commissari.
La “legittimazione attiva”
Il Tar ha prima ritenuto che il Comune di Enna avesse titolo a presentare il ricorso. I giudici hanno scritto che il Comune avrebbe un’effettiva utilità, cioè un risultato di vantaggio, dall’eventuale “accoglimento del ricorso, non potendo l’amministrazione regionale più procrastinare l’avvio delle procedure per l’elezione degli organi degli enti territoriali di area vasta”.
La Consulta
A quel punto ha disposto la sospensione del giudizio sino alla definizione del giudizio in via incidentale alla Corte Costituzionale. Gli atti sono stati trasmessi alla Consulta. “Sono particolarmente soddisfatto del positivo pronunciamento del Tar – commenta il Sindaco Maurizio Dipietro – convinto come sono che ci troviamo in presenza, da anni, di una palese violazione della Costituzione. Una violazione perpetrata con una serie ormai infinita di commissariamenti da parte del Governo regionale, incurante della sentenza della Corte Costituzionale del 2023 che ne ha dichiarato l’illegittimità”.
“A questo desolante quadro – continua Dipietro – si è aggiunta la bocciatura, nei giorni scorsi, dell’incostituzionale riforma delle province proposta dal Governo Schifani. Anche se la stessa bocciatura è stata determinata da una congiura d’aula piuttosto che, come sarebbe stato lecito attendersi, da un sussulto di orgoglio costituzionale da parte dei parlamentari regionali”.
Di Pietro: “Ora basta scuse”
“Adesso credo non ci siano più scuse per il Governo Regionale – conclude Dipietro – per non ascoltare la severa recente ammonizione della Corte Costituzionale, secondo cui a tale situazione deve essere posto rimedio senza ulteriori ritardi, attraverso il tempestivo svolgimento delle elezioni di secondo livello, che ridarebbe rappresentanza agli organi di governo dell’ente e, si spera, soluzione ai tanti problemi che le gestioni commissariali non hanno saputo affrontare”.