Licata, installazione delle condotte sottomarine di gas: la protesta

Licata, installazione delle condotte sottomarine di gas: la protesta

I pescatori denunciano crolli nei quantitativi del pescato

LICATA (AGRIGENTO) – L’installazione di condotte sottomarine nell’ambito di un programma per l’estrazione di gas del giacimento ‘Argo Cassiopea’ nel Canale di Sicilia da parte di Eni Spa, ha indotto oggi i pescatori della marineria di Licata (Agrigento) a promuovere una forma di protesta.

Lamentano la drastica riduzione dello spazio di mare disponibile per la propria attività produttiva, ritenendo vessatorie le limitazioni imposte sugli specchi di mare tradizionalmente da loro battuti. Un quadro già difficile al quale si associa anche il crescente impoverimento della fauna ittica, con conseguente ridimensionamento della quantità di pescato che si riesce a catturare.

Denunciano, i pescatori di Licata, una riduzione di almeno il 70% del pescato, e temono per il loro futuro. I pescatori ridotti da un fermo biologico obbligatorio di 30 giorni, hanno chiesto ad un legale di rappresentarli, con l’obiettivo di promuovere un’azione giudiziaria per far valere i loro diritti.

“Abbiamo notificato una nota ad Eni Spa in cui evidenziamo i problemi dei pescatori licatesi e provare a trovare una soluzione, ma non abbiamo ancora ricevuto una risposta”, dice l’avvocato Giuseppe Rucireta.

Il quale evidenzia anche rischi, sottolineati dagli stessi addetti, che le estrazioni di gas dai fondali possono generare danni ambientali.

“Samo siamo tornati al lavoro e abbiamo pescato meno di quanto pescavamo prima di fermarci, la nostra economia è al collasso, siamo pronti a consegnare le licenze di pesca alla capitaneria di porto”, hanno detto i pescatori di Licata.


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