Licenziamenti Katàne |Replica di Sac e azienda - Live Sicilia

Licenziamenti Katàne |Replica di Sac e azienda

Sac e Katàne Handling rispondono ai parlamentari Pd e ai lavoratori: "Assenze per malattia scandalo da affrontare insieme".

CATANIA – Riteniamo che i parlamentari Luisa Albanella, Giovanni Burtone e Concetta Raia siano stati male informati per ciò che riguarda Katàne Handling, sia in merito ai 21 licenziati oggetto della loro nota di ieri, sia sul caso del più generale fenomeno dell’assenteismo nell’azienda. Per questo motivo, pur se non sono stati da essi mai richiesti, ci rendiamo disponibili a fornire dati e informazioni utili ad approfondire entrambe le questioni.

In questa sede anticipiamo, per la corretta informazione ai terzi, che nel caso dei licenziamenti dei 21 addetti per motivi disciplinari sono state seguite tutte le norme, sentiti i lavoratori interessati alla presenza dei loro rappresentanti sindacali e verbalizzate le audizioni. Solo a quel punto l’azienda ha assunto le proprie determinazioni.

Per ciò che riguarda invece il tema della trattativa sindacale, che niente può avere a che vedere con i suddetti licenziamenti, riteniamo indispensabile partire dal dato più volte ribadito, e che è bene ancora una volta riaffermare, sapendo che esso esiste e che non può essere ignorato: nel 2013 su 336 lavoratori ben 205 hanno avuto assenze per malattia superiori a 24 giorni l’anno (con casi che superano i 30 eventi l’anno), mentre nel medesimo periodo 131 lavoratori non hanno superato i 3 giorni di malattia! Quei 205 lavoratori hanno poi totalizzato nel 2013 ben 4.996 giorni di malattia, mentre i rimanenti 131 solo 554!

Tutto qui il punto della questione oggi tanto dibattuta, perché tali assenze producono all’azienda costi tali da porla inevitabilmente fuori mercato. Vogliamo parlarne o si può solo chiudere gli occhi? Perché, diciamolo pure, quel dato non è solo un’anomalia, ma uno scandalo che non può e non deve essere tollerato. A maggior ragione perché, proprio come evidenziano i parlamentari Albanella, Burtone e Raia, la copertura delle relative perdite verrebbe effettuata, per quota parte, da un’azienda (la Sac Spa) a totale partecipazione pubblica! Quindi, in qualche misura verrebbe coperta con i soldi dei cittadini. Ed è uno scandalo che va affrontato remando tutti insieme, nella stessa direzione, anche nell’interesse dei lavoratori. Perché un’azienda fuori mercato ha il destino segnato e il dramma di un suo tracollo eventuale colpirebbe un numero enorme di famiglie.

Allora, cogliamo positivamente la posizione assunta oggi sulla stampa dai rappresentanti dei lavoratori verso il dialogo e la collaborazione, a partire dalla presa d’atto della insostenibilità del numero di assenze sopra richiamato. Ricordiamo infatti che non è stata certo la Katàne Handling ad interrompere la trattativa, bensì il sindacato stesso che il 16 novembre, dopo nemmeno un’ora dalla firma di un importante accordo, ha avviato una procedura di raffreddamento e ha poi rigettato per intero le proposte dell’azienda. Proposte che, per inciso, condurrebbero alla salvaguardia integrale dell’occupazione, senza penalizzare economicamente i lavoratori che assicurano all’azienda le corrette prestazioni lavorative (quindi niente “mani in tasca”), ma chiedendo solo più presenza (peraltro in un’azienda che per politiche adottate diversi anni fa presenta trattamenti contrattuali e costi medi del personale ben più alti di quelli del settore). Ovviamente, lo evidenziamo soprattutto per il sindacato, i risultati economici cui giungere sono quelli prospettati dall’accordo.

Vi sono alternative serie e credibili alle misure proposte? Il sindacato le avanzi, l’azienda le valuterà. Fino a oggi, però, non abbiamo visto nessuna proposta alternativa, a parte la chiusura al dialogo. L’augurio è che questa nuova apertura preluda a risultati concreti, in assenza dei quali difficilmente vi potrà essere un futuro per l’azienda.

Il sindacato difende giustamente i propri iscritti. Ma tutti dobbiamo insieme condannare malcostume e privilegi. Questo è l’invito che facciamo sia al sindacato che alla politica: guardare insieme al futuro, rompendo con gli schemi del passato, schemi che hanno prodotto i danni oggi drammaticamente sotto gli occhi di tutti in Sicilia. Pensare che un’azienda, solo perché pubblica, possa permettersi di coprire perdite ingiustificate significa rinunciare a guardare al futuro.

In un settore liberalizzato come l’handling, il mercato, la concorrenza, le relative regole europee, le regole del sistema bancario, possono piacere o non piacere, possono apparire giuste o sbagliate, ma esistono e faranno valere la loro forza. Trascinando tutti in assenza di interventi adeguati, per primi i lavoratori e le loro famiglie, certamente l’anello più debole della catena.

Per questo sarebbe bene che proprio i lavoratori per primi comprendessero il contesto difficile che stiamo vivendo e le sfide che abbiamo davanti, adoperandosi insieme all’azienda, con partecipazione e impegno. Proporre improbabili scorciatoie significa semplicemente non fare i loro interessi.


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