PALERMO- “Con ‘I coraggiosi’ è arrivata la rottamazione in Sicilia. Noi siamo e ci candidiamo a essere gli antigattopardi”. Così il deputato regionale del Pd Fabrizio Ferrandelli, che, in conferenza stampa, a Palermo, ha ufficializzato le sue dimissioni dalla carica di parlamentare, spendendo una mail al presidente dell’Assemblea siciliana Giovanni Ardizzone e al segretario regionale dell’Ars, Fabrizio Scimè. Ferrandelli da settimane, ancor prima che scoppiasse il caso delle presunta intercettazione tra Crocetta e il suo medico Matteo Tutino, chiede le dimissioni del governatore. “E’ arrivato il momento di scalare la classifica – ha aggiunto -. Siamo stanchi di cervelli in fuga”. Ferrandelli ha quindi annunciato la nascita del movimento I coraggiosi, con sedi in tutta la Sicilia “per un patto civico fuori dai partiti. Resto un tesserato del Pd, e questo movimento – dice – si rivolge anche agli iscritti e a chi è andato via”. “La questione Crocetta è politica – afferma Ferrandelli – e riguarda le riforme mancate: acqua, rifiuti, energia. Questo governo è morto”. E lancia una sfida ai colleghi dell’Ars: “Mettano nero su bianco le dimissioni. Sfido Grillo e i grillini. Io sono un cittadino: si dimettano anche loro. E sfido anche Udc e Ncd, così come Nello Musumeci (avversario di Crocetta alle regionali del 2012, ndr). Dimostrino che non sono attaccati alle poltrone”. Parlando del Pd siciliano, spiega che “la linea non può essere decisa dal segretario. Le parole di Manfredi Borsellino hanno una valenza politica. Ho dato il giusto peso alla lettera di dimissioni di Lucia Borsellino, come non ha fatto il Pd”
Con le dimissioni dall’Assemblea regionale siciliana del deputato Pd Fabrizio Ferrandelli si apre un’altra grana per il partito siciliano già alle prese con la tenuta del governo di Rosario Crocetta. A Ferrandelli, infatti dovrebbe subentrare Davide Faraone, primo dei non eletti nel collegio palermitano che poi è stato eletto alla Camera ed è sottosegretario all’Istruzione. Non appare probabile che Faraone scelga di fare il deputato regionale. Dopo il sottosegretario il primo dei non eletti è Francesco Riggio, avvocato palermitano coinvolto nello scandalo della Formazione siciliana, era il presidente dell’ente di formazione Ciapi, arrestato e ora sotto processo per associazione per delinquere e corruzione e indagato in altri filoni dell’inchiesta sulla truffa degli enti di formazione che ha coinvolto imprenditori, manager, politici ed ex assessori regionali. La Corte dei conti aveva sequestrato a Riggio beni per 5 milioni di euro, poi interamente restituiti. I giudici contabili, infatti, lo hanno assolto dall’accusa di avere provocato un danno erariale, basandosi sugli stessi elementi ora al vaglio del Tribunale. In sede di Riesame, fra l’altro, il sequestro penale che in origine aveva colpito il penalista per un ammontare di 15 milioni si è ridotto ad appena ventimila euro.
Riggio, figlio dell’ex senatore democristiano Nino, era vicino all’ex deputato regionale Pd Gaspare Vitrano, condannato per concussione a sette anni di carcere per avere intascato una mazzetta sul fotovoltaico. Proprio Vitrano ha supportato la campagna elettorale di Riggio nel 2012. Francesco Riggio era nella villa dell’eurodeputato Dc Salvo Lima, poco prima che il politico venisse ucciso la mattina del 12 marzo 1992. L’avvocato ha testimoniato al processo per il delitto perche’ uscendo dalla villa di Lima, in via Danae nel quartiere Mondello, ”aveva incrociato una motocicletta tipo Enduro di colore rosso e bianco con due giovani a bordo con caschi integrali: la moto si stava dirigendo verso il viale delle Palme”. La moto sarebbe stata quella dei sicari di Lima.
“Il sequestro di beni per 5 milioni a Francesco Riggio è stato revocato dagli stessi giudici contabili che lo avevano disposto, con la sentenza di primo grado, con la quale è stato assolto dall’accusa di aver provocato un danno erariale”. Lo precisa una nota del legale di Riggio, l’avvocato Salvatore Mormino.
(ANSA)