L'inchiesta su appalti e tangenti | I pm: "Mazzette con naturalezza" - Live Sicilia

L’inchiesta su appalti e tangenti | I pm: “Mazzette con naturalezza”

Il procuratore Francesco Lo Voi (nella foto): "Un fenomeno corruttivo che usa gli stessi metodi del racket e che che mina la legittimità delle attività economiche, dei procedimenti amministrativi, impedisce la libera concorrenza e danneggia il mercato e i cittadini".

l'indagine della procura di palermo
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PALERMO – “La corruzione ha assunto il carattere di un fenomeno pervasivo che mina la legittimità delle attività economiche, dei procedimenti amministrativi, impedisce la libera concorrenza e danneggia il mercato e i cittadini”. Lo ha detto il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, illustrando, in conferenza stampa, i particolari dell’inchiesta che ha portato all’arresto, per tangenti, di tre funzionari pubblici tra cui Dario Lo Bosco, presidente di Rfi. “Eravamo abituati a sequestrare il libro mastro con le richieste di pizzo nelle indagini sulle estorsioni mafiose. Ora ci imbattiamo in un fenomeno corruttivo che usa gli stessi metodi del racket – ha aggiunto -. In questa indagine abbiamo trovato un libro mastro in cui l’imprenditore Massimo Campione annotava con puntualità le somme versate per agevolare l’iter amministrativo di una procedura di appalto e per procurarsi favori e intercessioni. L’imprenditore ha avuto la cura di mettere nomi, date e cifre versate”. Lo Voi ha confermato che l’imprenditore che pagava le mazzette ha prima cercato di difendersi, poi ha ammesso e ha collaborato con i magistrati. Il procuratore ha sottolineato, infine, l’importanza delle intercettazioni che “si confermano strumento essenziale contro reati come quelli di corruzione”. 

“Per contrastare la corruzione non bastano gli interventi giudiziari e preventivi, ma servono strumenti normativi come quello dell’agente provocatore”, ha aggiunto il procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia. Il magistrato, che ha coordinato l’inchiesta della polizia insieme al pm Claudio Camilleri, ha sottolineato la “naturalezza” con cui le mazzette venivano richieste dai funzionari e la “piena collaborazione” tra i funzionari stessi e l’imprenditore. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il capo delle Squadra Mobile Rodolfo Ruperti, il questore Guido Longo e il responsabile della Sezione reati contro la pubblica amministrazione della Polizia, Silvia Como.

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