L'inchiesta su Bulgarella | Le carte vanno a Firenze - Live Sicilia

L’inchiesta su Bulgarella | Le carte vanno a Firenze

L'imprenditore (foto) è accusato di autoriciclaggio e di avere avuto contatti con Cosa nostra.

TRAPANI – La procura distrettuale di Firenze riprende completamente nelle proprie mani l’indagine che tocca tra gli altri l’imprenditore trapanese Andrea Bulgarella e il vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona. Dopo che la Cassazione ha annullato a maggio scorso un provvedimento di dissequestro degli atti disposto nell’ottobre 2015 dal Tribunale del Riesame di Firenze, adesso una nuova sezione dello stesso Tribunale, presidente Livio Genovese, ha deciso di dare ragione ai pm: gli atti dissequestrati debbono tornare negli uffici dei magistrati e degli investigatori dei Ros.

Mafia, massoneria e impresa sono gli “ingredienti” di questa indagine, sullo scenario anche i presunti rapporti dell’imprenditore trapanese con il clan di Cosa nostra capeggiato dal latitante Matteo Messina Denaro. Sono nove gli indagati ai quali sono in generale contestati i reati di associazione a delinquere, reimpiego di capitali illeciti,appropriazione indebita, truffa, il tutto con l’aggravante di mafia. I giudici del riesame in questa nuova pronuncia pur a favore dei pm hanno però inserito una loro valutazione sull’indagine, indicando come contraddittorio il fatto che da una parte c’è una ipotesi di accusa di riciclaggio contestata a Bulgarella ma dall’altra parte la stessa inchiesta rileva un corposo indebitamento bancario.

*Aggiornamento delle 17.05

“Pare indiscutibile che il Tribunale del Riesame continui a pensarla negli stessi termini con cui, lo scorso ottobre, annullò il sequestro della Procura. Vi è anzi di più, se possibile, perché in alcuni passaggi della nuova ordinanza si rimarca la persistente e convinta perplessità sulle prospettazioni accusatorie, che non trovano alcun supporto negli atti di indagine raccolti, definiti dal Tribunale ‘non indicativi, generici e contraddittori'”. Lo affermano in una nota congiunta i difensori di Andrea Bulgarella, indagato insieme ad altre sette persone dalla Dda di Firenze per associazione a delinquere con l’aggravante di aver favorito la mafia.

“Dovendo applicare il principio di diritto enunciato dalla Corte di Cassazione – proseguono i tre legali – piuttosto innovativo ove lo si collochi nel più ampio quadro della recente giurisprudenza di legittimità, il Tribunale ha in sostanza preso atto della sufficienza di mere e astratte ipotesi di reato per procedere all’acquisizione di documentazione con il sequestro probatorio. Nel dare esecuzione a tale principio, la nuova ordinanza del Tribunale conferma però in ogni passaggio l’assenza del minimo supporto probatorio per le asserite notizie di reato, soprattutto alla luce dell’ampio confronto tra le parti avvenuto nel corso delle due udienze di riesame”.

Tuttavia, concludono i legali, “dopo oltre tre anni di indagini, ancora si discute nel procedimento del diritto di continuare a investigare, nonostante l’evidente carenza di supporto probatorio alle ipotesi accusatorie, certificata da due diverse ordinanze del Riesame”.

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