L'inchiesta sul 'sistema Siracusa' | Giuseppe Mineo ai domiciliari - Live Sicilia

L’inchiesta sul ‘sistema Siracusa’ | Giuseppe Mineo ai domiciliari

L'ex giudice del Cga è accusato di corruzione

Lo ha deciso il Riesame di Messina
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SIRACUSA – È ai domiciliari nella sua casa di Scicli, nel Ragusano, l’ex giudice del Cga, Giuseppe Mineo, arrestato 13 giorni fa con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta messinese denominata ‘Sistema Siracusa’. A disporre la misura meno afflittiva il tribunale del Riesame di Messina, chiamato a trattare il ricorso dei legali di Mineo contro l’ordinanza del gip Maria Militello che aveva disposto la detenzione in carcere.

Mineo è finito nell’inchiesta che a febbraio ha portato agli arresti, tra gli altri, il pm di Siracusa Giancarlo Longo e i due avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore. Un’associazione per delinquere, secondo l’accusa, finalizzata a pilotare sentenze a favore dei clienti dei due legali. Alcune ammissioni, che hanno permesso a Amara e Calafiore di fruire dei domiciliari, dopo l’udienza con incidente probatorio del 3 luglio scorso avrebbero chiamato in causa altri soggetti tra i quali di sicuro l’ex giudice Mineo. Che il giorno dopo era finito in carcere. Per l’accusa Mineo avrebbe fatto in modo, da giudice del Cga siciliano, di favorire le imprese ‘Open Land Srl’ e ‘Am Group Srl’, nei ricorsi intentati contro il Comune e la Sovrintendenza di Siracusa. Sovrastimando un risarcimento fino alla cifra di 2,8 milioni (una sentenza del Cga del 12 luglio lo ha ridotto a 190mila euro).

Per questa corruzione, secondo quanto ricostruito dalla Procura messinese e sottoscritto dal gip, Mineo avrebbe chiesto 115mila euro per un amico malato, l’ex presidente della Regione Giuseppe Drago, poi deceduto nel 2016. La somma sarebbe stata versata da una società riconducibile agli avvocati Amara e Calafiore, su un conto maltese intestato all’imprenditore siracusano Alessandro Ferraro, anche lui già coinvolto nell’inchiesta messinese e destinatario di un’altra misura cautelare. Ferraro avrebbe girato la somma a Drago. Il Tribunale del riesame, dunque, ha sostituito la custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari accogliendo le richieste della difesa dell’avvocato Bartolo Iacono.


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