L'infaticabile cambia-partito |Campanella trasloca ancora - Live Sicilia

L’infaticabile cambia-partito |Campanella trasloca ancora

Il senatore palermitano lascia anche Sinistra Italiana. E pensa a Bersani. LA NOTA DI CAMPANELLA

PALERMO – Nell’Italia dei voltagabbana, nel Parlamento in cui si consumano otto cambi di casacca al mese, c’è un parlamentare palermitano che prosegue il suo percorso politico al ritmo di un cambio di partito all’anno. È il senatore Francesco Campanella. Eletto nei 5 Stelle, divorziò ben presto dai grillini e fu folgorato sulla via da Atene da Tsipras, ai tempi d’oro in cui il greco era diventato l’icona del momento per la scalcinata sinistra italiana. Da lì a Sinistra Italiana il passo fu breve. Ora, anche da quei lidi Campanella diparte (insieme ad altri tre compagni), annunciando l’addio con un comunicato in cui accusa il nuovo partito di essere una sorta di succursale di Sel in cui non c’è spazio per gli altri. Prossima fermata? Forse il partitino scissionista di Bersani, D’Alema e compagnia, come ammette lo stesso Campanella in un’intervista oggi su Repubblica.

Dice Campanella che lui è rimasto sempre uguale (e coerente), sono i partiti che non mantengono le promesse. E lui è sempre stato in minoranza, senza mai tentare salti della quaglia che lo portassero sul carro del vincitore. Questo è incontrovertibile. Campanella rivendica tutti i suoi no, al referendum, alle trivelle, al Jobs Act. E a proposito di un possibile approdo dalle parti dei bersaniani a domanda risponde: “Forse sì, ho buoni rapporti con tutti. Dall’Anpi ai comitati che si batterono per il referendum”. Meno male. Da qui a fine legislatura, in fondo, c’è sempre tempo per cambiare un’altra volta.

Aggiornamento 21,30 La nota del senatore Campanella

“In 35 anni ho cambiato molti partiti. Vero. L’ho fatto per restare fedele ai miei princìpi. – dice il senatore Francesco Campanella, appena uscito da SI (Sinistra Italiana) – Quelli non li ho cambiati mai.

Le mie battaglie sono sempre le stesse: in difesa dei diritti fondamentali su cui si basa la nostra costituzione e per tutelare e rappresentare le classi sociali più deboli, come chi ha bisogno di lavorare per vivere, nei luoghi di potere.

Se alcuni giornalisti sono affezionati ai politici che rimangono sempre nello stesso partito anche se questo dice una cosa e ne fa un’altra, non potrò piacergli, Io capisco. È un prezzo che devo pagare.

Ma io rispondo anche a me stesso, a chi lavora con me e a chi mi crede una persona coerente, per me è questa la cosa più importante.

Faccio di continuo bilanci e mi metto spesso in discussione per capire meglio se le mie azioni sono coerenti con gli obiettivi politici esattamente come il primo giorno che ho deciso di intraprendere il mio percorso politico, ormai tantissimi anni fa, e la risposta è sì, sono coerente con quei principi.

La politica è il modo per essere ancor più compiutamente cittadini. Chi rappresenta deve essere uno strumento intelligente dalle persone dalle quali riceve il mandato. Per farlo si deve dire quello che si pensa, e, soprattutto, fare quello che si dice. Non conosco altro modo”.


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