CATANIA – La corsa è molto più di quello che sembra. È una filosofia, un modo di vivere, un atteggiamento nei confronti della vita e della sua quotidianità che Fabio Pagliara e Livio Gigliuto hanno scandagliato, analizzato, sviscerato per consegnarla in un volume dedicato non solo agli appassionati. Di Corsa, edito da MALCOR D’EDIZIONE, è stato presentato dai due autori di fronte a un nutrito pubblico. Moderati dal giornalista Paolo di Caro, Pagliara, segretario della Fidal, la federazione italiana di Atletica leggera e Gigliuto, direttore del Centro Studi dell’Istituto Piepoli hanno analizzato una società, prima ancora che un’attività. “Una società che va di corsa – afferma Gigliuto. Un simbolo del nostro rapporto con la vita – continua: durante la corsa si guarda il mondo, le cose che ci circondano. Non importa la destinazione”.
Un libro che comunica un modo di sentire e con il quale gli autori dipingono un quadro dell’Italia molto diverso dai luoghi comuni che rappresentano il Belpaese. Una ricerca che mira a raccontare la comunità dei runners e dei luoghi scelti per la corsa. Le città man mano si stanno adeguando a questa categoria sociologica, trasformando i propri volti e i propri spazi per offrire sempre più possibilità allo sport inteso non come pratica agonostica, o meglio non solo, ma come modo di vivere.
Le città che occorre riimmaginare come palestre a cielo aperto. “Fino a dieci anni fa era impensabile – evidenzia Pagliara – e lo sport si praticava in luoghi dedicati. Oggi le cose sono cambiate: abbiamo studiato bene il meccanismo di sportivizzazione delle città e abbiamo scoperto che gli italiani preferirebbero di gran lunga investimenti per adeguare i parchi urbani allo sport, più che realizzare nuovi parcheggi. Quello che è emerso chiaramente, dunque – prosegue – è che la gente vuole fare sport, e lo vuole fare in modo libero, naturale”.
Parchi dello sport, dunque, come esigenza del cittadino e come volontà politica e corsa come pratica da una parte individuale e, dall’altra, collettiva, mezzo incredibile di socializzazione, potente leva sociale e strumento di crescita economica. Il volume raccoglie anche alcune testimonianze di personaggi famosi e del loro rapporto con la corsa, fenomeno che sta coinvolgendo sempre di più ogni categoria. “I dati che emergono – commenta Gigliuto – raccontano di un’Italia diversa da quella che ci raccontano e che ci raccontiamo. Un Paese più maturo e dinamico. Questo naturalmente – conclude – ci fa ben sperare per il futuro”. Un libro sociologico senz’altro, una fotografia dello status quo senza dubbio uno stimolo per adattarsi e adattare le realtà urbanistiche allo sport e alla sportività.